lunedì 24 marzo 2014

CAPPELLANO, UN BAROLO D'ANTAN

“Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasswerman di non pubblicare il punteggio dei miei vini.Così fece, ma non solo, sul libro “Italian Noble Wines” scrisse che non chiedevo di far parte di classifiche ove il confronto,dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica.Non ho cambiato idea, interesso una ristretta fascia di amici clienti, sono una piccola azienda agricola da 20.000 bottiglie l’anno…..”
Queste le parole che si leggono sul retro della bottiglia del Barolo D.O.C.G. Piè Rupestris, parole di Teobaldo Cappellano che, sul finire degli anni Sessanta, arrivò a Serralunga dall’Eritrea dove era nato e cresciuto e ricostruì l’azienda di famiglia fondata da Filippo Cappellano in un terreno particolarmente vocato di 40 ettari.
LA STORIA
La storia della Cantina Cappellano ebbe inizio nel 1870, quando venne fondata dal notaio Filippo Cappellano per poi , alla sua morte, passare al figlio Giovanni, enologo fantasioso che incrementò l’attività, inventando la cura dell’uva e realizzando impianti alberghieri ad Alba e a Serralunga. All’Esposizione Universale di Parigi del 1889, la Cantina Cappellano conquistò la medaglia di bronzo per i suoi vini.
Ma l’invenzione più originale è da attribuirsi a Giuseppe, fratello di Giovanni, che, in quanto farmacista, confezionò la sapiente ricetta del Barolo Chinato, aggiungendo spezie al vino di famiglia.
Dopo un periodo di divisione, fu Teobaldo che, sul finire degli anni Sessanta, riprese il cammino dell’Azienda che si era arrestato con l’aiuto del figlio Augusto che ora ne è divenuto il titolare seguendo i dettami del padre e cioè producendo vino da vigne che non conoscono diserbanti e che prosperano nel pieno rispetto della natura, vino che viene fatto secondo i sistemi di vinificazione più tradizionali.
I vini di Augusto Cappellano, come quelli prodotti dal padre, non sono presenti nelle guide.
I VINI
In linea con la filosofia dell’Azienda i vini Cappellano nascono da uve trattate solo con zolfo e verderame, concimate con le vinacce spremute, secondo la concezione che deve ritornare alla terra ciò che la terra ha dato.
Le uve migliori crescono sulla collina Gabutti,vengono raccolte a piena maturazione e poi subiscono lunghe fermentazioni e affinamento in botti grandi di rovere di Slavonia che donano morbidezza ed aromi delicati senza, però, il sentore di tostatura proprio della barrique.Il Nebbiolo diventa armonico e vellutato con una bella struttura e con morbidi tannini, in bocca una vera sinfonia.
Insieme ad altri due produttori famosi, Beppe Rinaldi e Mariateresa Mascarello, Augusto Cappellano fa parte del gruppo di viticultori legati da una comune filosofia di produzione sia in vigna che in cantina al fine di realizzare “ i profumi ed i sapori che esprimono il territorio e l’idea di quanto si può fare rispettando il più possibile la natura “.
PRODUZIONE
L’Azienda Cappellano è oggi di 5 ettari e i vigneti si estendono in terreni in prevalenza tufacei a 300 m.s.l.m.
I vitigni impiantati sono:
Nebbiolo
Barbera
Dolcetto
I crù sono Gabutti e Novello e la forma di allevamento è a guyot.L’invecchiamento avviene in cemento e botti di rovere.La produzione è di 20.000 bottiglie annue.
I VINI
BAROLO RUPESTRIS
BAROLO FRANCO
NEBIOLO
BARBERA
DOLCETTO
BAROLO CHINATO
Il Barolo Chinato è un vino aromatizzato prodotto con aggiunta al Barolo di zucchero ed alcool etilico nel quale precedentemente sono state poste in lenta macerazione diverse spezie tra cui la corteccia di China Calissaia, la radice di Genziana e il seme di Cardamomo. Segue un affinamento in botte per un anno.

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