domenica 27 gennaio 2013

IL SUCCESSO DELL'AMARONE

Diciassette milioni di bottiglie sono un bel numero ed e' la quantita' di AMARONE prodotta nel 2012, il triplo rispetto al 2000.
Le vigne che producono le uve coprono 7000 ettari e stanno ancora aumentando.
Il Consorzio della Valpolicella conta 3000 soci tra piccole cantine e grandi aziende, il giro d'affari e' enorme, nove bottiglie su dieci vengono esportate all'estero,soprattutto negli Usa dove questo vino italiano piace moltissimo.

Perche' l'Amarone, prodotto con uve Corvina, Corvinone e Molinara ,uve di tutto rispetto ma non particolarmente pregiate , che vengono lasciate appassire sui graticci per un centinaio di giorni,ha un tale successo? Quale e' la sua storia?

il suo nome deriva dalla parola "amaro"e fu coniato nella primavera del 1936, quando il capocantina Adelino Lucchese, ritrovando una botte di vino Recioto dimenticata in cantina, si accorse che era diventato amaro, ma di un ottimo amaro e pare che,appunto avesse esclamato :"Ma questo non e' amaro, e' AMARONE!"
Praticamente il vino dolce Recioto, messo in botte e dimenticato, aveva continuato il suo processo di fermentazione fino a diventare secco.Gli zuccheri, trasformati in alcool, avevano eliminato la dolcezza dal vino che, quindi, per contrapposizione, venne chiamato AMARONE.

Di "Vino Amaro" si parlo' fin dai tempi di Catullo e gia' i Romani erano soliti far appassire le uve;l'"Acinaticum"della Valpolicella era conosciuto ,al tempo di Teodorico,nel sesto secolo D.C., dal suo ministro Cassiodoro, che definiva i vini della zona"neri e maturi".
La prima etichetta comparve, pero'solo nel 1938 e solo nel 1953 il vino fu messo in commercio.
Fino al 1990 la produzione era soprattutto di Recioto ma, in seguito alla variazione del Disciplinare, che distinse chiaramente i due prodotti,la richiesta di AMARONE comincio' a salire sempre piu', fino ai livelli attuali.

L'ultimo Disciplinare del marzo 2010 divide l'Amarone in 4 tipologie:
AMARONE della Valpolicella
AMARONE della Valpolicella classico
AMARONE della Valpolicella Valpantena
AMARONE della Valpolicella riserva
La D O. C. G. E stata ottenuta nel 2011 e i vitigni con cui e' consentito produrre il vino sono i seguenti:

Corvina veronese dal 45% al 95%
Corvinone fino al 50%
Rondinella dal 5 al 30%
Nella coltivazione la densita' non puo' essere inferiore a 3300 ceppi/ ha , le forme di allevamento sono a spalliera e a pergola veronese,mentre nelle aziende piu' moderne si utilizza il sistema a guyot; e' consentita l'irrigazione di soccorso.

L'appassimento delle uve e' fondamentale per la produzione dell'Amarone; nelle prime settimane di ottobre si scelgono i grappoli migliori, spargoli e perfettamente maturi, si raccolgono manualmente e si conservano in cassette di legno, oggi anche in plastica traforata per permettere la fuoriuscita dell'umidità l'umidita'e per favorire l'aereazione.
Questa fase dura 120 giorni al fine sparire l'acqua dagli acini e lasciare intatti gli zuccheri.
L'uva perde peso per circa il 40% e, solo alla fine di gennaio/ inizi di febbraio, viene pigiata e lasciata a lungo in macerazione sulle bucce.
La fermentazione e' altrettanto lenta ,mantenuta a bassa temperatura per 30 / 50 giorni e serve a trasformare gli zuccheri in alcool.
Se il vino mantiene una alta percentuale di zuccheri, diviene RECIOTO.
Se la percentuale e' bassa e' AMARONE.
L'invecchiamento e' come minimo di due anni.
I residui zuccherini non devono superare il 12% per l' Amarone ;l'estratto secco e' di 28 grammi / litro,il titolo alcolometrico e' compreso tra i 14 e i 16 gradi.

La Valpolicella e' costituita da tre vallate di torrenti, chiamati in dialetto "progni" che scendono dai monti Lessini ad occidente di Verona, e vi si possono distinguere tre zone nettamente diverse per natura morfologica, geologica e vegetativa.
Montuosa la parte nord adatta al pascolo su terreni calcarei e cretacei e povera di corsi d'acqua, la zona mediana e' invece COLLINAREe ci interessa di piu' perche' e' la classica zona di coltivazione della vite, coltivazione che avviene spesso su terrazze artificiali realizzate in pietra e denominate MAROGNE.
Nella zona sud e' coltivato anche l'ulivo.
Qui i terreni sono calcarei cretacei e sono costituiti da ampli strati di basalto.
Infine la zona piu' meridionale e' più pianeggiante e,oltre che per i vigneti, e' ampiamente utilizzata per coltivazione di frutta pregiata.


Importante, ai fini della coltivazione della vite,sono mi terreni calcarei e l'intensa attivita' vulcanica dell'era terziaria che ha prodotto diversi strati di tufo e basalto.
Il corso d'acqua maggiore e' l'Adige ma la valle e' caratterizzata dalla presenza di numerosi Progni, corsi di' acqua dalla portata incostante che , nei millenni , hanno partecipato a modellare le valli e hanno favorito le coltivazioni.
Infine il clima e' piuttosto buono durante tutto l'anno anche grazie alla protezione a Nord dei monti Lessini e alla buona esposizione a sud;si tratta quasi di clima mediterraneo e cio' e' testimoniato dalla presenza di ulivi e cipressi.
D'estate la temperatura si aggira sui 25/30 gradi con minime di 18/20 gradi.
Quindi sia esposizione che clima che presenza abbondante di acqua rendono questa zona vociata all vitivinicoltura.



Presso la sede ONAV di MILANO ,il 23 Gennaio 2013, sono state messe in DEGUSTAZIONE tre annate di AMARONE:

2008: annata non particolarmente calda con freschezza e buona ventilazione ; ha prodotto vini di buona qualita'

2007: annata piu' difficile con grandinate e calore.

2006:annata di buona temperatura con molte ore di luce e sole.

I vini in degustazione sono stati:

1)Amarone Classico Valpolicella “ San Giorgio” 2008 ,gradi 15,5 dell’Azienda Agricola Boscaini Carlo, Via Sengia
S.Ambrogio di Valpolicella (VR)

Vino rosso mattonato di ottima trasparenza con sentori di frutta rossa , ciliegia e prugna, in bocca di bella struttura, di gradevole acidita' e notevole persistenza.



2)Amarone Valpolicella “ Monte La Parte” 2008, Gradi 15,5
Az. Agr. Piccoli Daniela Strada dei Monti 21/a
37124 Parona di Valpolicella (VR)

Più minerale e meno fruttato del primo, elegante anche se meno intenso, con una finale nota minerale e mandorlata.

3)Amarone Classico Begali 2008, Gradi15,5
Azienda Agricola Begali Lorenzo
Via Cengia n°10, Località Cengia
37029 San Pietro in Cariano (VR)

Più viscoso e colorato dei precedenti,con sentori di frutta rossa concentrata e forte e note vegetali intense; in bocca minerale fruttato ricco e secco.
Buona struttura.BUON VINO

4)Amarone Valpolicella CA' COATO 2008, gradi 16,5
Antolini Pier Paolo E Stefano Soc. Agr.
Via Prognol 22 ,
37020 Marano di Valpolicella (VR)


Color violaceo aranciato con aromi fruttati e aromatico-balsamici,marasca e fiori di garofano;
al gusto buona acidita',pienezza ed armonia ;
Persistente e corposo.
OTTIMO VINO

5)Amarone Valpolicella 2007, Gradi 16
Azienda Agricola “Corte San Benedetto
Via Casa Zamboni, 10/a Arbizzano di Negrar (VR)

Colore aranciato; sentori di marasca,prugna, terra e bosco;si avverte il terziario nell’aroma di noce moscata;in bocca intenso e marcato, potente, ricco e con coinvolgente sentore di liquirizia;forte nota estrattiva e tannini rotondi.
Equilibrato,persistente ed armonico.
OTTIMO VINO ,IL MIGLIORE DELLA SERATA.

6)Amarone Valpolicella Terre di Leone 2007, Gradi 16,5
Terre di Leone Srl- Marano di Valpolicella (VR)
Meno intenso del precedente, con sapore fruttato, forte acidita'e.persistenza.
BUON VINO

7)Amarone “Il Bosco” 2006, Gradi 15
Azienda Gerardo Cesar San Floriano(VR)

Vino di azienda che produce in quantita' rilevanti, vinoso e con sentori minerali ma di semplice elaborazione;
VINO SUFFICIENTE

8)Amarone Valpolicella “Ca' Bertoldi” 2006 ,Gradi 16
Azienda Agricola F.lli RECCHIA Cà Bertoldi, 30 37024 Jago di Negrar (VR)
Meno pulito più chiuso e con tannino allappante
VINO INSUFFICIENTE

9)Amarone Valpolicella “Stropa” 2006, gradi 16
Azienda agricola Monte Dall'Ora, ViaMonteDall'Ora5 Castelrotto 37029 San Pietro in Cariano (VR)

Colore bello e vivace, sentore di frutta e spezie,intenso elegante e balsamico.
In bocca asciutto persistente ed equilibrato
OTTIMO VINO

Degustazione interessante di prodotti in massima parte buoni che hanno anche manifestato le loro caratteristiche e le loro diversità dovute ai diversi sistemi di allevamento e ai particolari modi di vinificazione delle varie aziende.

Un Amarone può avere una durata di 10 anni.




















lunedì 21 gennaio 2013

La valorizzazione della Freisa



Il FREISA e un vitigno tipicamente piemontese ed ha una storia antichissima, risalente ad almeno cinquecento anni fa.
Le "Frese" cinquecentesche erano collocate tra i vini pregiati e stimate il doppio del vino comune.
Nel 1600 Giovanni Battista Croce , bottigliere di Casa Savoia, lo descriveva come vino prodotto da vitigno rustico e resistente alle gelate primaverili e per questo coltivato anche in zone meno favorevoli.
Se vinificato in purezza, il vitigno e in grado di produrre vini colorati ,secchi ,aspri per il contenuto abbondante di tannino.


Le prime notizie ampelografiche dedicate alla Freisa risalgono al 1700 quando il Conte Nuvolone Pergamo,direttore dell' Orto sperimentale della Reale Società di Agricoltura di Torino riteneva le colline tra Asti e Torino, zona di elezione del vitigno che divideva in due varietà : "fresia grossa e fresia pica".

Nell'Ottocento la coltivazione del vitigno venne poi intensificata proprio per la sua caratteristica resistenza alla peronospora .
Proprio per temperare la sua aggressività, dovuta agli acidi e ai tannini , si produceva con "dolcezze " e "frizzantature"e si vinificava un vino dolce e spumeggiante del quale si faceva un discreto commercio in America.
Prodotto cosi', rimase in seguito considerato come un tipico vino piemontese, amabile e più o meno spumeggiante, dal colore rosso rubino e dal profumo di lampone , che accompagna piacevolmente i dessert.


Nel 2002, con la collaborazione della città di Torino, della facoltà di Agraria dell'Università degli Studi e dei Vignaioli Piemontesi e' stato organizzato sulle colline di Chieri,un centro sperimentale per approfondire le conoscenze e le attitudini alla vinificazione dei vitigni della collina torinese.
Il Centro Bonafous, così e' chiamato l'Istituto, sfruttando il patrimonio ampelografico della collina, ha dedicato attenzione e studio al vitigno Freisa .
Monitorando attentamente l'andamento della fase di maturazione ed integrando i risultati con i dati provenienti da altre ricerche sul vitigno Freisa condotte nell'Astigiano,è stato considerato utile, in fase di vinificazione, il ricorso alla rifermentazione del mosto -vino con una piccola quantità di uve leggermente appassite, al fine di accelerare lo svolgimento della malolattica e stabilizzare il colore e l'aggressività dei tannino.

Si è giunti ad una produzione di vino fermo , armonico ed equilibrato,che non doveva più essere temperato dalla spumantizzazione, proprio in considerazione degli studi attuati dal Centro sul patrimonio genetico della Freisa.
Freisa e Nebbiolo hanno, infatti, caratteristiche genetiche comuni ed è simile anche il loro patrimonio polifenolico; la maggior tannicità della Freisa può essere diminuita con una maturazione ottimale delle uve e con nuove procedure di vinificazione.
Si sono così individuate diverse aree tradizionali piemontesi per la produzione della Freisa:
Freisa di Chieri
Freisa di Asti
Freisa dei Colli Tortonesi
Freisa del Monferrato
Freisa del Pinerolese
Zone con microclimi diversi per esposizione e quindi con acido malico presente nelle uve in diversa quantità . Da questa consapevolezza si e' organizzata una vinificazione differenziata ed appropriata alle singole zone che ha permesso la produzione di ottimi vini fermi, morbidi e profumati dove il tannino non rappresenta più un elemento di disturbo.