domenica 30 settembre 2012

VINI & VITIGNI: BEST ITALIAN WINE AWARDS

VINI & VITIGNI: BEST ITALIAN WINE AWARDS: Best Italian Wine Awards nasce da un’idea di Luca Gardini, il “palato” per eccellenza, e Andrea Grignaffini, esperto enogastronomico e creat...

BEST ITALIAN WINE AWARDS

Best Italian Wine Awards nasce da un’idea di Luca Gardini, il “palato” per eccellenza, e Andrea Grignaffini, esperto enogastronomico e creative director della rivista Spirito diVino, che si sono avvalsi della collaborazione di alcuni tra i più importanti professionisti e opinion leader del panorama enologico italiano ed internazionale.
Il sottotitolo della manifestazione, “i migliori 50 vini d’Italia”, riassume in una frase il grande progetto, passato attraverso una severa indagine all’interno delle centinaia di realtà italiane di spicco del panorama nazionale e ovviamente nato grazie alla esperienza straordinaria dei suoi ideatori.




Ben 160 i vini selezionati, che sono stati sottoposti all’indagine critica di un panel di degustatori d’eccellenza assoluta: due serrate giornate di degustazione alla cieca hanno permesso di stilare la selezione finale dei 50 vini che oggi rappresentano la miglior espressione qualitativa all’interno del panorama produttivo italiano alla grande.
Il primo posto in classifica di un vino bianco, il Trebbiano di Valentini, non è cosa da tutti i giorni.

La giuria del Best Italian Wine Awards lo ha scelto tra cinquanta “classici” vini italiani, quelli che, secondo gli organizzatori, “rappresentano la migliore espressione qualitativa all’interno del panorama produttivo italiano”. L’idea del premio è del duo Luca Gardini/Andrea Griffagnini, il primo campione del mondo di sommellerie, il secondo direttore della rivista Spirito di Vino. Parterre de roi per il resto della giuria: Daniele Cernilli, Enzo Vizzari, Pierluigi Gorgoni più due palati d’eccellenza come Tim Atkin, Master of Wine e giornalista dell’Economist, e Raoul Salama, docente presso la facoltà di enologia di Bordeaux. Premio e giuria di gran livello, insomma, compresa la “splendida cornice” dell’hotel milanese che oggi ospiterà la premiazione.
Ma che senso ha un confronto tra rossi, bianchi e bollicine per di più tra annate così diverse? Un Barolo del 2004 è cosa diversa da uno vendemmiato nel 2008 e poi come può dire che lo spumante Giulio Ferrari del 2001 è meglio del Masseto dell’Ornellaia?
l'unica scelta da fare è quella di prendere per buona la lista considerandola per quello che è: un catalogo dei migliori vini italiani e un fantastico spot per i mercati esteri.

Eccovi, intanto, la lista:

Posizione Produttore Vino Annata

1 Valentini Trebbiano d’Abruzzo 2007

2 Mascarello Giuseppe e Figlio Barolo Riserva Monprivato Cà d’ Morissio 2004

3 Tenuta San Guido Bolgheri Sassicaia 2009

4 Conterno Giacomo Barolo Riserva Monfortino 2004

5 Quintarelli Giuseppe Amarone della Valpolicella Classico 2003

6 Giacosa Bruno Barolo Le Rocche del Falletto 2007

7 Mastroberardino Radici Taurasi Riserva 2005

8 Marco De Bartoli Vecchio Samperi Ventennale s.a.

9 Ferrari Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2001

10 Casanova di Neri Brunello di Montalcino Cerretalto 2006



11 Montevertine Le Pergole Torte 2008

12 Elio Grasso Barolo Gavarini Vigna Chiniera 2008

13 Travaglini Gattinara Riserva 2006

14 Dal Forno Romano Amarone della Valpolicella di Monte Lodoletta 2006

15 Fattoria Zerbina Albana Di Romagna Passito Scaccomatto 2008

16 Lis Neris Tal Lùc 2008

17 Palari Rosso del Soprano 2008

18 Cavallotto Barolo Bricco Boschis 2008

19 Zidarich Carso Vitovska 2009

20 Poggio di Sotto Brunello di Montalcino Riserva 2006

21 Massolino Barolo Riserva Vigna Rionda 2005
22 Rizzi Barbaresco Pajorè 2008
23 Produttori del Barbaresco Barbaresco Riserva Ovello 2007
24 Biondi Santi Tenuta Greppo Brunello di Montalcino Riserva 2006
25 Miani C.O.F. Sauvignon Saurint 2010
26 Case Basse Brunello di Montalcino Riserva 2005
27 Pietracupa Greco di Tufo 2010
28 Voerzio Roberto Barolo La Serra 2008
29 Castello Banfi Brunello di Montalcino Riserva Poggio all’Oro 2006
30 Ca’ del Bosco Cuvée Annamaria Clementi Rosé 2004
31 Tenute Sella Lessona Omaggio a Quintino Sella 2006
32 Villa Bucci Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva 2007
33 Monte Rossa Cabochon Rosé Riserva 2005
34 Ar.Pe.Pe. Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse 2001
35 Podere Il Carnasciale Il Caberlot 2008
36 Barone Ricasoli Chianti Classico Castello di Brolio Colledilà 2008
37 Vodopivec Vitovska 2007
38 Il Pollenza Il Pollenza 2008
39 La Fiorita Brunello di Montalcino Riserva 2006
40 Rinaldi Giuseppe Barolo Cannubi San Lorenzo-Ravera 2008
41 Garofoli Verdicchio dei C. di Jesi Gioacchino Garofoli 2006
42 Polvanera Primitivo di Gioia del Colle 17 2009
43 Tenuta dell’Ornellaia Masseto 2008
44 Montevetrano Montevetrano 2010
45 Borgo del Tiglio Collio Bianco Ronco della Chiesa 2010
46 Bellavista Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé 2006
47 Le Macchiole Messorio 2009
48 Antinori Solaia 2009
49 Marisa Cuomo Furore Bianco Fiorduva 2010
50 Fino Gianfranco Primitivo di Manduria ES 2010



Assegnati anche “Premi Speciali”:

Premio Vino e Tradizione
Costanza produttiva negli anni e rispetto del Genius Loci. I due punti cardine del vino che valorizza la più autentica tradizione.
Vincitore 2012: Radici – Taurasi Riserva DOCG 2005 – Mastroberardino

Premio Vino e Innovazione
Spirito di intraprendenza e sguardo al futuro. Le doti indispensabili per il vino che intende innovare, nel solco della tradizione.
Vincitore 2012: Bonsai – Rosso di Montalcino DOC 2007 – Podere Le Ripi

Premio Vino Promessa
Grandi potenzialità nel presente, scommessa per il futuro. I simboli del vino che puòambire a far parte dell’eccellenza italiana.
Vincitore 2012: Gaia – Falerno del Massico DOP 2011 – Ager Falernus

Premio Vino Pop
Semplice ma sanguigno, schietto ma di carattere. È il vino Pop, il giusto mix tra genuinitàe originalità.
Vincitore 2012: Lambrusco di Modena Rosé Spumante 2010 - Cantina della Volta

Premio Vino Quality-Price
Grande qualità ad un prezzo competitivo. Il mix perfetto per andare incontro alle esigenze del consumatore più attento.
Vincitore 2012: Amarone della Valpolicella 2007 – La Collina dei Ciliegi

Premio Vino e Terroir
Rispetto del vitigno di partenza, del luogo di origine e del lavoro dell’uomo: il più autentico connubio che un vino possa cercare di esprimere.
Vincitore 2012: Pomorosso – Barbera d’Asti Superiore 2009 – Coppoù

Premio Azienda nella Storia
Un esempio per chi inizia, un punto di riferimento per chi ambisce a far parte della storia del vino italiano.
Vincitore 2012: Marchesi de’ Frescobaldi

Premio Miglior Sommelier
Classe, eleganza e professionalità. Le autentiche e imprescindibili credenziali dell’ambasciatore del vino italiano nella ristorazione italiana di eccellenza.
Vincitore 2012: Mauro Scarponi – La Madonnina del Pescatore









venerdì 28 settembre 2012

VINI & VITIGNI: La Favorita, un bianco piemontese.

VINI & VITIGNI: La Favorita, un bianco piemontese.: Le Langhe, in provincia di Cuneo,costituiscono, insieme al Roero, una zona del Piemonte enologicamente molto vocata ed anche se si tratta di...

La Favorita, un bianco piemontese.

Le Langhe, in provincia di Cuneo,costituiscono, insieme al Roero, una zona del Piemonte enologicamente molto vocata ed anche se si tratta di terre note soprattutto per la produzione di rossi importanti, non va comunque dimenticata la produzione di alcuni bianchi di pregio che , potendo contare su un clima secco, si presentano con aromi e sapori particolarmente gradevoli.
Il vitigno Favorita produce vini gradevoli ed interessanti, dal colore giallo paglierino, cun un bouquet delicato, floreale e agrumato, con un sapore secco, vivace,acido e salato al tempo stesso, lievemente mandorlato e morbido nel finale.
Vino da bersi giovane, col titolo alcolometrico che supera raramente gli 11°,viene usato spesso in uvaggio ma quando viene vinificato in purezza produce un vino che ne porta il nome "La Favorita", appunto.
Ottimo l'abbinamento con piatti a base di pesce, di mare e di fiume, con antipasti tipicamente piemontesi quali la "bagna cauda",l'insalata russa ed il vitello tonnato,ma anche con torte salate e sughi a base di verdure, nonchè con caprini freschi e robiole di produzione locale.Accostamento felice anche con risotti delicati.

Il vitigno presenta foglie grandi e grappolo piramidale,acino medio ed abbastanza pruinoso, un bel colore dorato.Allevato col sistema del guyot, si adatta bene anche alla potatura corta ed ha produzione elevata e costante.
Secondo alcuni ampelografi, l'origine del vitigno sarebbe da ricercarsinelle terre aride ed assolate della Liguria da cui sarebbe giunto nelle Langhe e nel Roero attraverso la famosa "via del sale", colegamento antichissimo tra Piemonte e Liguria per lo scambio di prodotti di terra e di mare.
Dopo un periodo di anonimato, il vitigno venne identificato ed apprezzato a metà del Seicento e conobbe un periodo di grande favore nell'Ottocento, sia come uva da mensa che come uva adatta a produrre spumanti.
Cresce in maniera ottimale nelle colline sabbiose ed asciutte del Roero che ne frenano la forte vigoria vegetativa per portare a maturazione ottimale i grappoli dorati.Dai vignaioli viene affettuosamente chiamata anche "Furmentin" per quel suo colore di un bel giallo dorato che ricorda il grano al momento della mietitura.




VINI & VITIGNI: Il Ramandolo,antico oro del Friuli

VINI & VITIGNI: Il Ramandolo,antico oro del Friuli: Il nome evoca un territorio e non un vitigno, come accade quando la fama di un prodotto supera quella del luogo di origine.In Friuli Venezia...

giovedì 27 settembre 2012

Il Ramandolo,antico oro del Friuli

Il nome evoca un territorio e non un vitigno, come accade quando la fama di un prodotto supera quella del luogo di origine.In Friuli Venezia Giulia, sulle colline di un antico borgo rurale tra Nimis e Tarcento, in provincia di Udine, una volta patria di Celti e di Longobardi, si trova l'area del Consorzio Colli Orientali del Friuli e Ramandolo che comprende 2300 ettari di vigna di cui circa 600 coltivati a Verduzzo Friulano,clone giallo, il vitigno del Ramandolo.
Gli altri vitigni di zona sono il Refosco dal Peduncolo rosso, il Picolit,lo Schioppettino, la Ribolla gialla, il Pignole , il Tazzelenghe.

Il Ramandolo è dunque una rarità di cui si producono appena trecentomila bottiglie ogni anno.Le viti del Verduzzo crescono arrampicate su colline e necessitano di lavorazione e vendemmia esclusivamente manuale, data la pendenza.
Sono alimentate da terreni marnosi ed allevate col sistema del Guyot doppio o alla cappuccina,creato, appunto, dai frati Cappuccini per terreni impervi e non molto fertili.L'uva è di un bel colore dorato con acini a buccia spessa e pruinosa e la vendemmia avviene nelle ultime settimane del mese di ottobre, in raccolta tardiva, con lo scopo di ottenere un leggero appassimento dei grappoli.Le uve migliori vengono fatte appassire in condizioni ottimali e le altre vengono vendemmiate e fermentate in acciaio,sono sottoposte ad un lieve contatto con le bucce per potenziare aromi e colore,poi invecchiate in barrique di legno per almeno un anno, indi affinate ancora per almeno sei mesi in bottiglia.
Il riconoscimento D.O.C.G. di questo vino raro e prezioso è datato 2001.

Giallo dorato brillante e trasparente, risulta all'esame olfattivo fruttato, intenso,con un gradevole bouquet di fiori gialli, frutta matura ,sentori di albicocca, frutta secca e miele di acacia.
Ricco, equilibrato, molto persistente e armonioso in bocca, buone la struttura e persistenza.Si abbina a pasticceria secca e dolci a base di mele, formaggi erborinati e saporiti.
Molti i produttori di vini di notevole rilevanza in questa zona, di cui citiamo le seguenti Aziende:

Az.Agr. Dario Cos

Az Agr. Giovanni Dri

Az. Vin.Giacomo Petris

Il Ramandolo è il primo crù del Friuli Venezia Giulia e la sua D.O.C.G. ha contribuito a dare stimolo e sviluppo alla vitivinicoltura locale.




sabato 22 settembre 2012

I Colli Euganei :una Doc vulcanica

I Colli Euganei, situati a sud ovest della provincia di Padova, sono colline di origine vulcanica con terreni ricchi e di varia caratteristica geologica, che hanno offerto l’opportunità ai coltivatori locali di sperimentare diverse varietà di vite e di scegliere quelle che possono esprimere meglio il carattere della zona.
La sperimentazione è avvenuta prima in modo empirico e, in seguito,attraverso l’utilizzazione di strumenti scientifici quali mappe geologiche, analisi fogliari delle viti ed analisi dei vini prodotti. Tale processo di zonazione del terreno ha offerto la possibilità di valorizzarne i vari crù.

Nei Colli Euganei sono presenti rocce sedimentarie marine di età compresa tra i trentacinque e i centocinquanta milioni di anni e cioè tra i periodi Giurassico superiore e Oligocene. La struttura fondamentale del terreno è formata da rocce magmatiche effusive legate ai cicli eruttivi e la loro fase costitutiva è legata a rocce che si erano formate dal fondo dell’antico mare euganeo.
Quella dei Colli Euganei è stata infatti zona di mare aperto fino al periodo Oligocene.
Proprio per la profondità del mare euganeo e in genere delle acque che ricoprivano l’Italia,la presenza di animali marini caratteristici del mare aperto è stata molto abbondante.
Per quanto riguarda il paesaggio e l’ambiente,quindi, questo può essere paragonato alle attuali zone tropicali, ricche di barriere coralline.

Nel 1989 venne istituito il Parco Regionale dei Colli Euganei, per identificare e tutelare un’area di grande interesse geomorfico, naturalistico e storico-paesaggistico,caratterizzata da colli di origine vulcanica formatisi circa 35 milioni di anni fa.
Proprio la consapevolezza delle proprie origini e delle proprie caratteristiche ha potenziato il riconoscimento della vocazione vitivinicola euganea.
In origine terra di Moscati, dell’autoctono Serprino e di vini rossi a base Merlot e Cabernet, ha poi raggiunto un elevato livello qualitativo nella produzione vinicola, grazie all’impegno delle varie aziende , nelle più svariate tipologie di produzione.
Tra i prodotti vinicoli più rilevanti e caratteristici, il frizzante Serprino, ottenuto dall’omonimo vitigno autoctono e caratterizzato da un bel colore paglierino e da un profumo fresco e delicato con nette sensazioni di fruttato, ottimo come aperitivo .
Altro prodotto di particolare originalità , che meglio identifica i Colli Euganei è il Fior d’ Arancio Spumante, ottimo con i dolci per la sua piacevolezza.
Da citare anche le interpretazioni date dai viticultori dei Colli Euganei dei vitigni Merlot e Cabernet, sia in purezza che in uvaggio, prodotti ad ottimi livelli di qualità.


L’azienda Filo delle Vigne ha proposto in degustazione tre prodotti di diversa tipologia :
Borgo delle Casette
70%sauvignon
30% cabernet franc 14° titolo alcolometrico

Invecchiato in barrique piccola per 24 mesi, al naso dona profumi fruttati e speziati, al palato risulta armonico ed equilibrato.

Canto delle Fate
50% chardonnay
50% riesling , tokay, moscato
Profumato e fresco,consistente e ricco.


L’azienda Vigne al Colle ha proposto:
Serprino Colli Euganei 2009
Profumato, frizzante ottenuto con metodo charmat

Passo delle Streghe
60% sauvignon

Il Fior d’Arancio è uno dei rarissimi moscati gialli italiani, indiscusso portabandiera dei Colli Euganei e recente DOCG




Propone aromi agrumati, mielati, sentori di fichi secchi e frutta candita.
Fresco ed aromatico, abbinabile a pandolci e panettoni.





domenica 16 settembre 2012

La Falanghina

Vitigno molto antico,di origini abbastanza misteriose, ma, sicuramente, già coltivato ai tempi dei Romani.
A bacca bianca, è diffuso prevalentemente in Campania, zona di cui si ritiene autoctono, nella zona dei Campi Flegrei, del Sannio e dell'isola di Procida in particolare.
Ha foglia media o piccola, trilobata o pentalobata, grappolo lungo e spargolo, conico o cilindrico, acini con buccia spessa e consistente, buona presenza di pruina sugli acini che si presentano di un color giallo tenue.
Coltivata a guyot basso, cresce su terreni argilloso-calcarei e presenta buona vigoria, rendendo anche 120 quintali per ettaro.La vendemmia avviene, di solito, la seconda metà di settembre.

Il suo nome deriva, probabilmente dal greco "falangos"col significato di "legata ad un ramo".Citata da molti botanici ed enologi in passato (l'ampelografo Vincenzo Semmola, nell'Ottocento, ne descrisse 112 tipologie),solo nell'ultimo ventennio si è imposta nel panorama enologico italiano per la produzione di frutti di ottimo livello e di vini di grande qualità,miglioramento causato anche dal rivoluzionamento da parte dei viticoltori locali dei sistemi di allevamento e di potatura e l'adozione di nuovi impianti.
Oggi si può considerare la Falanghina suddivisa in due cloni:quello Flegreo e quello Beneventano, anche se la sua ampia diffusione vitivinicola dimostra come sia stata capace di adattarsi a tutte le varianti morfologiche regionali, tanto da divenire il bianco varietale più diffuso della Campania.

I vini sono di color paglierino più o meno intenso, con riflessi verdolini, il bouquet è floreale e fruttato con sentori di frutta gialla,pesca, banana, ananas, mela amalgamati da profumi freschi ed erbacei.Dopo due anni di maturazione, il quadro olfattivo muta verso l'albicocca secca, il miele, il floreale passito, sentori mentolati ed erbacei quali felce e anice, a seconda dei suoli più o meno minerali,dell'esposizione e dell'altitudine.Buone l'acidità e la struttura.
Benchè sia utilizzata anche in assemblaggio, il miglior prodotto della Falanghina è il vino




in purezza, la cui vinificazione avviene in acciaio.La gradazione alcolica minima è di almeno 11°.
Si accompagna a cucina di mare,molluschi e crostacei,pesce alla griglia, zuppe e sughi di pesce e formaggi freschi.

Molte le Aziende produttrici di ottimo Falanghina.
Per citarne alcune:
Corte Normanna nel Sannio, azienda agricola a conduzione familiare
Azienda Fontanavecchia
Azienda Vinicola Mastroberardino
Azienda Agricola Vadiaperti
Azienda Agricola Le Vigne Irpine

domenica 9 settembre 2012

SAGRANTINO DI MONTEFALCO D.O.C.G.





Del Sagrantino si hanno numerose notizie e testimonianze storiche risalenti ai tempi più antichi. Plinio il Vecchio, nella sua Historia naturalis, descrive l'Itriola, tipica uva del territorio, che secondo alcuni studiosi potrebbe identificarsi con l'uva Sagrantino. 
Altre fonti ipotizzano che il vitigno sia stato importato dall'Asia Minore dai seguaci di San Francesco: il nome sarebbe riconducibile ai Sacramenti in quanto l'uva era coltivata dai frati che ne ricavavano un passito destinato ai riti religiosi. 
Non mancano i sostenitori dell'ipotesi autoctona, che lo vorrebbe ottenuto per selezione da cloni locali. Già nel 1088 si scriveva di terre piantate a vigna in Montefalco e risalgono al Duecento numerosi documenti che testimoniavano la cura costante che i vignaioli riservano al campo piantato a vigna.
 Dalla prima metà del Trecento le leggi comunali iniziavano a tutelare vite e vino, dedicandogli interi capitoli e rubriche di statuti comunali. Nel 1451 il noto pittore fiorentino Benozzo Gozzoli, chiamato dai francescani ad affrescare l'abside della loro chiesa, oggi museo civico fra i più importanti del Centro Italia, alludeva forse al Sagrantino dipingendo la bottiglia di vino rosso sulla mensa del cavaliere da Celano negli affreschi dedicati alla vita di San Francesco. 
 A partire dal 1540 un'ordinanza comunale stabilisce ufficialmente la data d'inizio della vendemmia a Montefalco. La gelata dell'inverno 1586 fu un flagello per le piantagioni viticole di Montefalco, che tornarono a produrre soltanto dopo alcuni decenni. Nel 1622 il cardinale Boncompagni, legato di Perugia, inasprì severamente le sanzioni stabilite dallo statuto comunale, prevedendo persino la pena della forca se alcuna persona tagliasse la vite d'uva
Il primo documento che cita ufficialmente il vitigno risale al sedicesimo secolo, ed è conservato nell'archivio notarile di Assisi.

Montefalco è un comune italiano di 5.702 abitanti della provincia di Perugia. Punto di riferimento della regione vinicola in cui si producono il Sagrantino di Montefalco e il Montefalco rosso.

  Il Sagrantino , secondo il disciplinare, risulta composto da 100/100 di uve Sagrantino
Si richiede un affinamento minimo di trenta mesi di cui dodici mesi di affinamento in legno.

Il Sagrantino di Montefalco nella sua versione secca è un vino rosso granato con velature violacee, di aroma pieno e bouquet che ricorda il profumo delle more di rovo;
il titolo alcolometrico è fra i 13 ed i 15 gradi e va servito a temperatura ambiente, ma non caldo, indicativamente fra i 17° ed 18°. 
E' ottimo  per minestre e carni leggere anche se la sua corposità lo fa scegliere anche per arrosti, selvaggina e per formaggi saporiti. 
 Nella sua versione passita è un perfetto vino da formaggi,per il gusto speziato e caldo, al tempo stesso corposo ed abboccato con tenore alcolico mai inferiore i 14° gradi alcolometrici e con colore tendente al granato.
 Tali particolari caratteristiche  derivano direttamente dalla particolarità delle sue uve capaci di resistere anche per due mesi ad appassire su graticci di legno, dopo essere state colte in un avanzato stato di maturazione, senza marcire o perdere il proprio contenuto di zuccheri. L'alta concentrazione di polifenoli e di tannini richiede, perchè sia raggiunga la perfetta maturazione, un lungo periodo di affinamento; oltre i 30 mesi per entrambe le varietà, di cui almeno 12 per la versione secca da trascorrere in botti di legno.


Un bicchiere di vino rosso rubino intenso, consistente e profumatissimo:
si presenta così, in genere, il Sagrantino di Montefalco, una docg prodotta nella regione Umbria.
Al naso rivela una complessità di frutti rossi e sostanziosi, frutti di bosco e marasche miste ad un sentore pungente di liquirizia,, uno spruzzo di pepe nero, il tutto amalgamato dal sapore lievemente tannico del legno che ne accentua la persistenza al palato.
Caldo, tannico , robusto e fine, si rivela pronto ad essere gustato accompagnato a piatti di buona sostanza, dalla selvaggina alle carni rosse,dai primi di impasto di tradizione umbra ai formaggi più saporiti.