martedì 28 maggio 2013

CINZIA BERGAGLIO, UNA STORIA DI FAMIGLIA


Accogliente e sorridente come sempre mi accoglie al cancello della sua casa di Tassarolo, frazione di Gavi, circondata dai vigneti e, davanti ad una tazza di caffè, mi racconta la storia della sua vita e della sua scelta di diventare produttrice di Cortese.
Cinzia Bergaglio è, dal 2002, la produttrice di un ottimo Gavi DOCG in due versioni, da lei stessa definiti “due vini diversi”:
La Fornace, delicato e fresco e Il Grifone, più fruttato e sapido.

Mi spiega subito che la differenza dipende dai differenti crù, il primo situato a Tassarolo in terreno calcareo argilloso ma estremamente ricco di ferro, l’altro, il secondo, situato a Rovereto , argilloso e ricco di zolfo, due zone vinicole vicine ma molto diverse,poste sulla stessa collina.
Entrambi vinificati in acciaio, per il Grifone si attua un contatto del mosto sulla feccia per un mese,pratica che dona al vino sapidità, persistenza e buona durata.
Ama i suoi prodotti, Cinzia, anche l’ultimo nato, il “Pulein”, il pulcino di casa, un metodo classico che sta mettendo in cantiere con uvaggio di Cortese al 100%.

Bergaglio è cognome diffuso nella zona di Gavi, mi dice, il cognome di suo padre e quello di sua madre che non erano parenti…qui c’è anche un paese che si chiama così.
Cominciò a “fare vino”da bambina,negli anni Settanta,prima con il nonno poi con il padre Nini che , pur vivendo a Genova, non riusciva a dimenticare le colline delle sue origini e che, trasferitosi con la famiglia, divenne il fattore della Scolca, tenuta la cui produzione di Gavi era già allora conosciuta e notevole e dove già Vittorio Soldati, cugino dello scrittore Mario, si era reso conto delle immense possibilità enologiche di quel terreno. Acquistò poi un terreno di proprietà dei Marchesi Spinola, lo disboscò, impiantò le prime vigne e cominciò a fare il vino per altri produttori.
Erano tempi diversi, quando i piccoli vignaioli,allora privi di macchine sofisticate vendemmiavano in maniera artigianale e torchiavano l’uva…fino all’ultima goccia.Cinzia, ricorda, ricavava tutto dal grappolo ed, in memoria di quei tempi,il suo primo vino si chiamò così “Goccia secca,” l’ultima goccia da ricavare dal grappolo dorato, quando sembrava che non ci fosse più nulla da spremere. Ed ancora oggi il suo vino base ha mantenuto lo stesso nome.

Dagli anni Settanta in poi il Gavi ebbe un successo crescente ed una notevole diffusione, dovuta, oltre alla qualità del prodotto, anche a Mario Soldati che veniva a visitare queste colline mentre scriveva il suo libro “Vino al Vino”e lo fece conoscere attraverso le sue pagine.
Il Gavi ha ottenuto il riconoscimento DOC nel 1974 e il DOCG nel 2010.
Trasferitisi ormai tutti i Bergaglio a Rovereto, Cinzia decise di mettersi in proprio nel 2002, di fare vino suo e, aiutata dai famigliari, dal padre Nini , dal marito e dai figlio Mattia e Michela, oggi possiede e cura otto ettari di vigneto, quasi tutto coltivato a Cortese.
Mi mostra le sue piantine che crescono ben attorcigliate nei filari a guyot perché possano prendere tutto il sole che c’è e mi parla del terreno,dei mesi passati in vigna, della vendemmia e della vinificazione, più facile ora che un tempo con la fermentazione termo controllata ed i lieviti selezionati, diversa da quando ricorda di fermentazioni che partivano spontaneamente e non lasciavano dormire sonni tranquilli…
Di anno in anno, mi dice,il vino sceglie il suo tempo per essere pronto, non bisogna avere fretta, saperlo ascoltare e seguire i suoi tempi..

Cinzia comunica passione, la passione per la sua terra e il suo lavoro, dalle piantine che crescono nella vigna alla bottiglia che mostra con orgoglio perché è lei che ne ha voluto la produzione.
“Il vino è una grande passione che si rinnova tutti gli anni e il mio compito non è ancora finito” mi dice mostrandomi orgogliosa l’ultimo nato, Il “Pulein”, un metodo classico di Cortese in purezza, nove mesi sui lieviti e remuage a mano, bottiglia per bottiglia.
La produzione è, per ora, all’inizio ma si vedrà…
Intanto Cinzia sta pensando ad altri vitigni…
Osservando il suo entusiasmo che comunica con le sue parole ed il suo sorriso, viene davvero da pensare che, in questo genere di lavoro, è la passione la qualità più importante, l’amore per la terra e per il vino che davvero regala la sintesi e la poesia del territorio.


lunedì 27 maggio 2013

LA STORIA DEL VINO CANTINE MARENCO 26 MAGGIO 2013



Interessante e stimolante il modo di celebrare la domenica delle Cantine Aperte, il 26 maggio 2013, da parte delle sorelle Marenco dell’Azienda Vinicola omonima di Strevi (Al) che, oltre all’accoglienza in cantina ed al ricco aperitivo e buffet con degustazione dei loro famosi vini, hanno presentato un evento culturale condotto dalla dott. Lisa Devincenzi sul tema :”La vigna nel mondo antico:origine e storia del vino.”



La storia del vino come storia dell’uomo e della sua progressiva civilizzazione attraverso conquiste e consapevolezze viene proposta in una carrellata di parole e di immagini, dall’epoca preistorica in poi, con citazioni di documenti ed slides di interessantissimi reperti archeologici.

Da Noè e Gilgamesh ai popoli primitivi, sia attraverso gli uomini preistorici che avevano notato quanto le bacche della vite piacessero agli uccelli tanto da iniziare a schiacciarle e crearne un succo delizioso,che attraverso l’homo sapiens che ebbe la capacità di riprodurre la prima vitis vinifera, per continuare con i primi Mesopotamici che crearono un otre a forma di vaso per conservare o trasportare quello che era già una sostanza simile al vino,sono stati riproposti, attraverso interessanti immagini,molti documenti archeologici a testimonianza che tutti i popoli antichi conoscevano ed apprezzavano i frutti della vite, nel frattempo definita vitis vinifera sativa.

Nella civiltà egizia, attraverso le immagini delle pitture parietali, si possono dedurre le tecniche di raccolta e vinificazione usate da quel popolo che produceva e confezionava otri contenenti succo d’uva con il sigillo del Faraone; nelle civiltà mesopotamica si utilizzavano vasi potori ritrovati in quantità, tra gli Etruschi, i Greci e i Romani il vino era celebrato anche attraverso figure di Divinità e suggestive immagini di rigogliose vendemmie emergono ovunque tra i reperti di tutte le antiche popolazioni.
Il vino era ebbrezza e gioia di vivere ma poteva essere, se goduto in modo moderato, anche strumento di convivialità e di saggezza.
La storia del vino viene presentata come storia indissolubile da quella dell’uomo che la interpreta e la fa sua , stagione per stagione e culmina con la visione dell’ immagina metafisica della tomba del tuffatore di Paestum, ritrovata in Magna Grecia, e la lettura del sonetto di Borges tra le cui parole citiamo quelle che ne danno, a parer nostro, una sintesi:
“ed il vino
fluisce rosso
lungo molte generazioni
come il fiume del tempo,
e nell’arduo cammino
ci fa dono di musica
di fuoco e di leoni…


lunedì 13 maggio 2013

TRA LE COLLINE DEL GAVI



I LUOGHI
Dolci, armoniose e dal clima temperato con soffi di brezza di mare provenienti dalla vicina Liguria, le colline del Gavi costituiscono una zona di sicura attrazione turistica.
Le terre di Gavi si trovano alle spalle di Genova, nel versante a nord dell'Appennino, area che comprende, nel suo insieme, i territori del Novese, l'Ovadese, la val Brevenna, la val Pentemina, l'alta valle Scrivia, l'alta valle Stura e la val Vobbia.
Da un punto di vista morfologico, la regione è un susseguirsi di splendide zone collinari molto ben conservate e caratterizzate dalla presenza di numerosi vigneti che producono vini di ottima qualità sia bianchi che rossi, mentre la parte montuosa è un'area di grande interesse sia per il paesaggio che per la flora e la fauna.

Ricca di cittadine che, nei loro centri storici, hanno mantenuto l’aspetto originale delle epoche passate e ne hanno conservato alcune testimonianze artistico- architettoniche, di ristoranti, hotels, di antichi centri di produzione di prodotti locali quali formaggi e dolciumi, la zona del Gavi è stata anche arricchita, sul versante turistico sia dalla presenza del Golf Club situato tra i vigneti, a metà strada tra Novi e Gavi e dalla presenza del Serravalle Designer Outlet , il più grande d'Europa,che ospita ben 180 negozi in un borgo tipico e mediterraneo, immerso nel verde delle colline.
Gavi si trova al centro della valle di Lemme dal torrente che qui scorre.
Antichi abitanti sembra che fossero i Cavaturini una tribù del I sec A.C. citata su un documento inciso nel bronzo, popolazione che era così nominata perché viveva in grotte o cave di tufo, presenti nella zona.
Il nome Gavi pare derivi da Cavum cioè grotta o terra di caverne, luogo che si sviluppò ed arricchì presto come punto di collegamento e commercio tra il mare genovese e le terre dell'Italia nord occidentale.
Oggi è terra di confine tra Liguria e pianura padana caratterizzata da colline e valli che hanno come sfondo i monti dell'Appennino ligure.


LA PRODUZIONE VITIVINICOLA
Ma se la zona del Monferrato, in generale, deve la sua fama e la sua ricchezza al fatto di essere una delle più note regioni vinicole italiane, soprattutto per quanto riguarda i vini rossi e gli spumanti, per la viticoltura dominante in tutto il territorio, caratterizzata dalla capillare diffusione di vitigni autoctoni e dalla conseguente varietà di vini DOC e DOCG , la zona del Gavi, in particolare, occupa in essa, una posizione di rilievo, in quanto vi si produce il famoso bianco Gavi, DOCG dal 2010, prodotto con uve Cortese al 100% in 11 piccoli comuni della zona.
Attorno alla produzione del vino si sono, in seguito,costruiti i sentieri del gusto, alla scoperta dei prodotti locali e dei sapori antichi che ancora sopravvivono nel territorio e che danno vita a una cucina ricca e originale.
Il nobile vitigno piemontese Cortese ha origini antiche:
Il primo documento conservato all'Archivio di stato di Genova è del 1072 e cita una cessione da parte del vescovo di Genova a due cittadini gaviesi di vigne e castagneti in località Meirana.

Un documento del 1373 definisce gli introiti prodotti dal vino delle Castellanie di Parodi e Tagliolo venduto sul mercato genovese e che denotano che il mercato vinicolo era già importante in epoca medievale.
Nel 1800 l'enologo francese Oudart , curatore delle cantine del Cavour a Grinzane citò il “ Cortes “definendolo adatto alla spumantizzazione.

Nella stessa epoca il Cortese raggiunse i mercati del centro Europa e del sud America e crebbe in prestigio diventando risorsa importante nell' economia locale.
Il vino Gavi nasce da uve Cortese, vitigno reso speciale dal terreno, dal microclima e dalla brezza marina che soffia nella regione proveniente dal mar ligure.
Il vitigno è autoctono a bacca bianca, probabilmente originario delle colline del comune di Tortona e della provincia di Alessandria.
Di questo vitigno, benché di origini molto antiche, si hanno notizie risalenti soltanto a pochi secoli fa. Infatti, la prima descrizione abbastanza dettagliata dell'uva Cortese si trova nel trattato di ampelografia dei vitigni coltivati in territorio piemontese compiuta dal Conte Nuvolone, vicedirettore della Società Agraria di Torino, pubblicata nel 1798, dove l'uva Cortese viene così descritta: "ha grappoli alquanto lunghetti, acini piuttosto grossi, quando è matura diviene gialla ed è buona da mangiare, fa buon vino, è abbondante e si conserva".

Il colore è paglierino, il profumo delicato, il sapore fresco e floreale, denota buona acidità.
Riscoperto e valorizzato da Mario Soldati e proposto negli anni Cinquanta, è vitigno vigoroso con ottime e costanti rese.
Ha bisogno di zone collinari e di aria asciutta, di terreni di natura calcarea argillosa, marnosa e tufacea e la resa non deve superare i 100 quintali per ettaro.

Ama le esposizioni soleggiate e a mezzogiorno ed è prodotto solamente in 11 Comuni:
Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo.
Ottenuto il riconoscimento DOC nel 1974 e il DOCG nel 2010,viene prodotto in diverse tipologie:
Gavi tranquillo
Gavi frizzante
Gavi spumante
Gavi riserva
Gavi metodo classico

LE AZIENDE
Tra le numerose Aziende vinicole del luogo , ne abbiamo visitate due di ottima produzione:
1) L’Azienda di Cinzia Bergaglio,via Gavi 29 tel.348 4032968.

L’ accoglienza è di calorosa cordialità, Cinzia e famiglia ci mostrano le loro cantine e ci spiegano le fasi produttive dei loro vini creati con uve allevate in terreni calcareo argillosi, in ottima esposizione tra Gavi e Tassarolo.
Si produce Cortese in purezza sia col “Grifone delle Roveri” che con “La Fornace”, due prodotti di eccezione, vinificati con metodi naturali, torchiatura soffice delle uve, fermentazione lenta in serbatoi termo- controllati con lieviti selezionati.
Nuova creazione lo Spumante metodo classico “Pulein”, fresco e fragrante, dagli aromi fruttati e floreali, ottimo come aperitivo.

2)L’Azienda Castellari Bergaglio,fraz. Rovereto 136,tel.0143644000

In attività dal 1800, produce il Cortese vinificato in tutte le tipologie, dal passito “Gavium” al metodo classico “Ardè”, oltre che i Cortese “Salluvii” e “Fornaci”.
Creatori della Gaviteca, interessante iniziativa di costante apertura della cantina per degustazioni su prenotazione, per spiegare ed illustrare la cultura del vino e comunicare il territorio.

3) Il Bed&Breakfast Forest View, nella frazione Sottovalle 59 di Arquata Scrivia, tel3392615012
Un incredibile luogo di sosta situato letteralmente in mezzo ad un bosco, in mezzo alla natura e a contatto con la fauna locale, mirabilmente condotto da Louise e Paolo con gentilezza e grande cordialità.