mercoledì 31 ottobre 2012

Bollicine Altoatesine

SPUMANTI ALTOATESINI
All'Onav di Milano il 29 ottobre 2012 si è tenuta una presentazione degli spumanti metodo classico prodotti in Alto Adige.Inutile dire che il successo è stato notevole.
Il Presidente del Consorzio, Josef Reiterer ci ha raccontato la storia dell'organizzazione dei vignaioli locali.
Nel 1990 i produttori di spumanti altoatesini si sono riuniti nell'Associazione Produttori Spumanti Metodo Classico dell'Alto Adige DOC.
in Alto Adige vengono impiegate tre varieta' classiche della famiglia dei Pinot:
PINOT BIANCO che conferisce il sapore fruttato
CHARDONNAY che da' finezza e soavita'
PINOT NERO che offre pienezza e struttura.




Certo-osserva Reiterer-la produzione locale e' piccola, di solo 250.000 bottiglie di metodo classico ma sono tutte prodotte secondo gli antichi dettami.
Non ci sono metodo classico amabile ma solo Brut e Extra Brut.
Qui i terreni sono calcarei e limosi e , se la notte e' fredda,l' acidita'e e' molto buona e i vini sono freschi e ben strutturati.
Il Pinot Nero e' lo scheletro del prodotto, lo Chardonnay e' elegante e gentile.

In degustazione vini di cinque aziende tra le più importanti della zona:
Arunda Vivaldi -Josef Reitener
Comitissa-Josef Martini
Haderburg
Praeclarus San Paaolo
Kettmeier

ARUNDA VIVALDI

Cantina di Meltina
Bolzano
15 km.a nord di Terlano e 20 da Bolzano e da Merano.
Ha vigneti a 1200 di altezza ed e' adagiata su un altipiano in mezzo a piccoli paesi alpini ed e' l più alta cantina d'Europa.
Le " BOLLICINE di montagna " sono realizzate , a detta di Josef Reterer con l' identica messa a punto di quasi tre secoli fa della Champagne:
una seconda fermentazione in bottiglia ed un lunghissimo affinamento sui propri lieviti, mai inferiore a 24 mesi, ma che , nelle riserve,arriva fino a 5 anni.
le operazioni di cantina sono le classiche:
Il remuage o rotazione a mano delle bottiglie a riposo sulle pupitre, la sboccatura ed il dosaggio.
Le uve utilizzate sono Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, uve con caratteristiche organolettiche diverse tra loro, frutto di microclimi e terreni differenti tra loro quali Terlano, Appiano, Cornaiano, che consentono di ottenere cuvèe complesse e di grande ricchezza di espressione.

ARUNDA BRUT
Perlage ricco e persistente con colore paglierino verdognolo di grande intensita' , brillante e luminoso.
Fruttato, fragrante al naso con leggera punta aromatica che richiama la mela golene e i fiori bianchi.
Al gusto morbido e piacevole, sapido e lievemente dolce, ottimo aperitivo.

ARUNDA EXTRA BRUT
Perlage finissimo e persistente, colore brillante e vivace.
Bouquet ricco, fragrante e complesso con note di crosta di pane,floreali , frutta secca , miele.
In bocca secco, ricco e cremoso, sapido , equilibrato e piacevole.

ARUNDA BRUT ROSE'
Bellissimo colore c'era suolo e profumo di mìrtillo, mela grattugiate e lampone.
In bocca morbido, succoso e persistente con piacevolissimo contrasto tra la dolcezza e l' acidità.


KETTMEIER


E' azienda enologica nei pressi del lago di Caldaro con terroir vocati alla coltivazione vitivinicola e clima alpino con forti escursioni termiche sia tra il giorno e la notte che tra le stagioni.
Di lunga tradizione agricola e di lunghissima tradizione vitivinicola.

Produce:GRAN CUVE'PINOT BIANCO ALTO ADIGE

METODO CLASSICO BRUT ATHESIS ALTO ADIGE

METODO CLASSICO BRUT ROSE'



HADERBURG AZIENDA DI SALORNO

Con vigneti intorno ai resti di un castello e con condizioni climatiche eccellenti.

Produce:

PAS DOSE' Haderburg
chardonnay 90%
Pinot Nero 10%
Su terreno calcareo argilloso da uve selezionate e fermentate in botti di acciaio e con seconda fermentazione in bottiglia e minimo 40 mesi di maturazione sui lieviti.
Di colore paglierino brillante
Al naso offre sentori di lievito e di brioche
Secco armonico burroso floreale e fragrante
Strutturato e corposo, fresco e acido


COMITISSA DI LORENZO MARTINI

La cantina si trova nell'antico paesino di Cornaiano e lavora uve tradizionali come pinot e chardonnay

IL COMITISSA BRUT RISERVA contiene:
30%. Chardonny
30%pinot Bianco
40% Pinot nero

Terreno argilloso ciottoloso calcareo,tre anni sui lieviti
Colore paglierino luminoso
Perlage fine e resistente
Bouquet di crost di pane , c'era di' api ,banana agrumi.
Ottimo con risotti e cucina di pesce.








martedì 16 ottobre 2012

Vini e vitigni in Argentina


Dagli anni Ottanta ad oggi il mercato dei vini argentini ha conquistato buona parte del mercato mondiale, passando dall’1% all’11% del 2008.
Nonostante oggi l'Argentina sia il quinto produttore al mondo, la strada da percorrere nella produzione vinicola è ancora tanta , perché non ha ancora sfruttato al massimo le sue enormi potenzialità.I suoi vini raramente raggiungono l’eccellenza e, fatto importante per la diffusione,sono difficili da reperire al di fuori di questo paese.
Le condizioni ambientali e climatiche qui sono ottimali e le migliori zone di produzione si trovano alla stessa latitudine e nelle stesse condizioni ambientali delle più vocate aree del vicino Cile ed attendono solo di essere utilizzate nel modo più appropriato.


L’introduzione della vite in argentina viene fatta risalire agli Spagnoli dalla metà del Cinquecento in poi, quando i primi vigneti vennero impiantati nella parte orientale del paese vicino alla costa Atlantica.
La prima varietà di uva conosciuta e diffusa in tutta l’America latina fu l’uva Mission, conosciuta anche col neme di Pais che pare fosse la progenitrice dell’uva più diffusa e conosciuta in Argentina, la Criolla Chica.
La coltivazione si concentrò successivamente nella zona dell’attuale città di Mendoza, dove le particolarmente favorevoli condizioni ambientali,favorite dalla copiosa disponibilità di acqua fornita dalla neve che si scioglieva sulle Ande, fecero sorgere presto un sistema utilissimo di irrigazione e di dighe per poter gestire al meglio questa importante risorsa.

Furono i missionari Gesuiti ad avviare la coltivazione della vite in queste aree ma lo slancio dell’enologia si verificò in Argentina dopo il 1820, dopo la liberazione dal dominio spagnolo, quando arrivarono dall’Europa numerosi immigranti dalla Francia, dall’Italia e dalla Spagna che portarono con loro le varietà di uve tipiche dei loro paesi di origine .
Il Malbec, attualmente il vitigno più diffuso nel paese,il Tempranillo,la Bonarda ,il Sangiovese, lo Chardonnay e lo Chenin Blanche furono i vitigni di importazione europea più diffusi.
In questa striscia di terreno che va dal 22° al 56° parallelo sud con grandi altitudini e grande varietà di climi, dal tropicale al polare, molte sono le differenze tra regione e regione.
Si coltiva anche oltre i 2000 metri ed è necessaria l’irrigazione a causa del clima secco e caldo.
I terreni sono alluvional- morenici ma anche ciottolosi e sabbiosi, quindi salvi dalla filossera.
La produzione è concentrata nelle regioni della parte occidentale del paese a ridosso della catena delle Ande.Le più importanti, da nord a sud sono:

Salta e Rioja dove vengono prodotti soprattutto vini bianchi come il Torrontes, il Pedro Jimenes, lo Chardonnay ed anche il Moscato di Alessandria.

Mendoza, San Juan e Maipu al centro che , tra i 500 e i 1200 m.s.l.m. costituiscono l’erea più importante e produttiva.
Mendoza, a 1000 km. di distanza da Buenos Aires, produce il 70% dei vini argentini da uve che , perlopiù da piccoli produttori, confluiscono in cantine e bodeghe.
Qui la prevalenza è dei rossi in particolare il Malbec, uva tipica di Bordeaux, qui in grado di produrre eccellenti vini.Sono diffusi, inoltre, Cabernet Sauvignon,Merlot, Tempranillo e Sangiovese e un cenno a parte merita l’ottimo Tannat che produce un vino robusto e corposo, morbido ed adatto particolarmente alla carne argentina.
A sud, in Patagonia e Rio Negro,grazie al clima più fresco,si producono vini bianchi e spumanti di buona acidità.

Un grande enologo francese,Michel Rolland ha affermato che il potenziale e le possibilità di sviluppo in Argentina sono sbalorditivi perché in quella terra si verifica la completa sinergia tra clima, suolo e risorse umane.
La storia degli ultimi anni gli sta dando ragione.






Vini Argentini: Torrontes don David Reserve 2011


Il colore è un paglierino dorato che fa pensare ad un bianco fresco e beverino, ma già al naso il Torrontes manifesta la sua natura di bianco intenso con forti sentori di frutta, pera, pesca ed un pizzico di anice, aromi agrumati e l'intensità del vitigno aromatico.
In bocca è un'esplosione di sapori, floreali, fruttati, aromatici ed agrumati, come se fosse un moscato intensissimo ma anche acido e fresco,con finale lievemente amaricante.
Equilibrio ottimo in questo vino da aperitivi e/o da cucina di mare,asciutto e corposo, fragrante e di bella acidità.
Il Torrontes è un vitigno considerato autoctono in Argentina, in realtà trapiantato dalla Galizia dai colonizzatori spagnoli ma che, in queste terre , soprattutto nella zona di Salta, a nord-ovest,ha trovato il suo terroir d'elezione.
L a Cafayate, è zona che gode di 340 giornate di sole in media all'anno, ha bassa umidità e vasta gamma termica per le giornate calde e le fresche notti.Il terreno è sabbioso su base argillosa e un basso livello di precipitazioni atmosferiche permette un'ottima maturazione fenolica ma anche una buona acidità.
I vigneti sono coltivati oltre i 1000 m. s.l.m.ed il Torrontes è uva raccolta a mano da vigne che hanno più di vent'anni.Il 70% delle uve subisce la fermentazione malolattica,il 30% viene affinato in barrique di rovere americano per tre mesi.
IL distributore per l'Italia è Word of Flavour.
Ottimo il rapporto qualità / prezzo (6,50 e.)

sabato 13 ottobre 2012

In Crociera con il Franciacorta



La Franciacorta parte in Crociera: un’avventura tra i porti del Mediterraneo per far conoscere e apprezzare l’eccellenza del suo vino.
La Franciacorta è una zona collinare tra il lago d’Iseo e la città di Brescia: vanta una lunga tradizione vitivinicola ancora oggi fiorente grazie all’attività di numerose cantine e agriturismi della zona.
La Crociera MSC Fantasia parte il 21 ottobre 2012 dal porto di Genova, per toccare città come Napoli, Palermo, Barcellona e Marsiglia e rientrare a Genova il 28 ottobre.

Sono presenti le seguenti cantine: Tenuta Ambrosini (Cazzago San Martino), La Fiorita (Ome), Le Marchesine (Passirano), Elisabetta Abrami (Provaglio d’Iseo), Bredasole Franciacorta (Paratico), La Fiòca (Corte Franca), La Boscaiola (Cologne), Azienda Agricola Monzio Compagnoni (Adro), Castello di Gussago Franciacorta (Gussago), Azienda Agricola San Cristoforo (Erbusco), La Valle Franciacorta (Rodengo Saiano), Santus (Cellatica), Riva di Franciacorta (Provaglio d’Iseo), Le Cantorie (Gussago) e la Riccafana Fratus (Cologne), Plozza (Ome), Lo Sparviere (Monticelli Brusati), Mirabella (Rodengo Saiano), Bosio (Timoline di Corte Franca), Majolini (Ome), Colline della Stella di Andrea Arici (Gussago), Camossi (Erbusco).

In ogni porto le cantine hanno la possibilità di far conoscere il vino della Franciacorta, attraverso conferenze stampa e degustazioni.
I visitatori possono apprezzare i vini di Franciacorta attraverso numerosi eventi di promozione.
Il giornalista enogastronomico Riccardo Lagorio illustrerà poi le caratteristiche di ogni vino, racconterà la storia delle singole aziende e suggerirà gli abbinamenti ottimali.



venerdì 12 ottobre 2012

I TERRAZZAMENTI DEL VINO IN VALTELLINA

Splendida valle ai piedi delle Alpi lombarde, al confine italo-svizzero,sulla riva destra del fiume Adda, possiede 40 km di alti pendii che si estendono in terrazzamenti di vigne, formati da migliaia di muretti di pietre a secco.
Le catene delle Prealpi Orobiche e delle Alpi Retiche difendono le vigne sia dai venti freddi del nord che da quelli umidi del sud come lo Scirocco;l' esposizione ai forti raggi del sole di montagna e' ottimale e le forti escursioni termiche tra giorno e notte favoriscono l'espressione migliore del vitigno principe del luogo, il Nebbiolo, qui chiamato Chiavennasca.


Pare che siano stati i Liguri e i Piemontesi a trasportare questo vitigni in Valtellina, rivelatasi poi particolarmente vocata per la sua coltivazione, nel versante sud dove e' meravigliosamente esposta, molto meno a nord, verso la Svizzera.
La presenza del sole ed il perfetto drenaggio del terreno , pendente e ben canalizzato, sono , quindi gli elementi favorevoli per la coltivazione vitivinicola.
Le vigne situate tra i 300 e i 900 m. slm,sono disposte in ripidi filari a rittochino con sistema tradizionale ad archetto valtellinese, un tipo di Guyot modificato in cui il capo a frutto, invece di essere disteso sul filo portante, viene curvato verso il basso.
Le gemme sono circa 18-24 per pianta e la densita' e' di circa 3000/3700
ceppi/ettaro.
L'eta media delle viti supera i 50 anni e la produzione e' di 80/100quintali per ettaro.

La Chiavennasca, che e' un clone del Nebbiolo,cresce ad altitudine rilevante ed e' un monovitigno in quasi tutta la valle; e' considerata localmente autoctona per la sua antica coltivazione e per le sue caratteristiche pedoclimatiche.Altri vitigni sono:la Rossola Nera,la Pignola Valtellinese,il Fortana, che concorrono all' uvaggio per circa il 10% della produzione.



Il terroir della Valtellina e' vario e comprende sia depositi ghiaiosi-ciottolosi, sia strati sabbiosi che substrati rocciosi.
I terrazzamenti sono essenzialmente terra di riporto, portata a spalla fin dai tempi dei Romani e bloccata con muretti, situazione che, oggi, da' luogo alla cosiddetta "vendemmia eroica".
Nell'Ottocento la Valtellina fu contesa tra gli Svizzeri e gli Italiani ed, ancora oggi, ci sono quattro paesi svizzeri che producono docg italiano.
Nel 1946 fu stipulato un accordo secondo il quale la Svizzera aveva diritto ad acquistare il vino della Valtellina e tale contratto ebbe vigore fino al 1976 , dando ai produttori la possibilita' di ottimi guadagni.
Nel 1978 la Svizzera ruppe il patto unilateralmente e fu allora che l'Azienda Nino Negri, in piena crisi di produzione della valle,decise di puntare su un concetto moderno di vinificazione, con controllo di temperatura di fermentazione e con affinamento in barrique e botti di legno.

Le Denominazione e le Sottozone , oggi, sono le seguenti:

1) Docg Valtellina Superiore con le 5 sottozone

Docg Valtellina Superiore Maroggia
Docg Valtellina Superiore Sassella
Docg Valtellina Superiore Grumelli
Docg. Valtellina Superiore Inferno
Docg Valtellina Superiore Valgella

2) Doc Rosso di Valtellina

3) Docg Sforzato di Valtellina.

Per tutti le rese sono basse:
100 q/ha per la Doc
80q/ha per la Docg
Affinamento medio 6 mesi per il Rosso di Valtellina
24 mesi di cui 12 in legno per il Valtellina Superiore
20 mesi per la Sforzato con almeno 12 in legno.



Le uve di Valtellina non danno nè intensita' nè calore ma li acquistano se sono appassite e garantiscono un vino potente ma , al tempo stesso, etereo ed elegante; l'uso della barrique, poi,ha accentuato potenza e colore nella Chiavennasca.

Maroggia

Il disciplinare permette , fino al 10%, l' aggiunta della qualita' di uva Merlina che e' affine al Teroldego trentino.
Il sapore e' armonico, asciutto e vellutato.

Sassella

Prodotto ad ovest di Sondrio in terreno impervio e soleggiato con suolo poco profondo e , quindi , sensibile alle annate siccitose.
Armonico, secco, leggermente tannico, ha necessita' di 4/5 anni di invecchiamento.

Grumello

Coltivato a nord di Sondrio e' asciutto e vellutato con profumo intenso.

Inferno

Cresce in piccoli terrazzamenti vitati ed in anfratti rocciosi non facili da raggiungere, dove, d'estate,le temperature sono piuttosto elevate.
E' vino di carattere, tannico e asciutto, adatto al lungo invecchiamento.

Valgella

La piu' vasta delle sottozone produce un vino morbido, secco, delicato e armonico.

Da citare a parte la Casa Vinicola Nino Negri, con sede a Chiuro,nell' antico Quattrocentesco Castello Quadrio che rappresenta la maggior realta' vitivinicola locale e possiede 31 ettari delle zone piu' vocate della Valtellina Superiore.
Produce Inferno, Grumello, Sassella ed il famoso e sontuoso Sfurzat.

Lo Sfurzat 5 Stelle , fiore all'occhiello dell'Azienda , e' prodotto da una selezione delle migliori uve e solo nelle annate migliori con Nebbiolo in purezza, raccolto a mano in cassette da 5 kg. nelle vigne piu' vocate della Valtellina Superiore.E' sottoposto ad appassimento naturale di tre mesi e lunga macerazione.
Subisce, inoltre, una maturazione di 16 mesi in barrique nuove di rovere francese eun affinamento ulteriore di altri 6 mesi in bottiglia.
















mercoledì 10 ottobre 2012

Vini Argentini e Tango

Vini argentini e Tango il 15 ottobre a Milano con Onav


Il 15 ottobre, dalle 19 alle 21.30, nello showroom JV store di Jannelli&Volpi, in via Melzo 7 a Milano, il viaggio sensoriale di Onav Lombardia raggiunge l’America Latina con l’incontro con “I vini argentini incontrano il Tango”. Tra i vini in degustazione ci sarà anche il "Leo Malbec" del fuoriclasse argentino Leo Messi, prodotto dalla Bodega Valentin Bianchi, che ha inserito i vini che portano il suo nome tra i progetti della sua Fondazione impegnato nel sostegno dei medici argentini per la cura delle malattie infantili. Quello di Messi non è l’unico vino della serata. In collaborazione con i distributori D Way di Piacenza, Via dell'Abbondanza di Genova e Quality Wines di Forlì, la sezione lombarda dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino ha organizzato un ricco banco d’assaggio. Gli ospiti potranno scoprire l’Argentina viticola dal Malbec al profumatissimo Torrontes, ma anche Bonarda, Petit Verdote, Tempranillo ed altre varietà internazionali. Il tutto accompagnato dalle specialità del ristorante argentino Carne & Dintorni di Milano e da uno spettacolo di Tango offerto da Associazione "Casa Cambalache" con i maestri Stefano Ganelli e Marzia Colangelo. Quota di partecipazione: 10 euro (15 per i non soci Onav)



lunedì 8 ottobre 2012

L'azienda Carlotta e Rivarola al Castello di Grillano

Festa di vendemmia presso l'Az. Agr. Carlotta di Francesco Torello Rovereto presso il Castello di Grillano,un borgo del XVII secolo che sorge su una collina dominante la città di Ovada.
L'edificio storico è dotato di torre quadrata, di alcuni rustici, oggi adibiti a locanda, la Locanda del Grillo, e delle cantine dell'azienda agricola .Intorno un bellissimo panorama di vigneti adagiati sulla collina e godibili dalla terrazza panoramica del Castello. Il Dolcetto e il Barbera sono la produzione principale , oltre al Cortese e allo Chardonnay, vitigni per i quali il terreno è particolarmente vocato. La produzione tradizionale dell'Azienda comprende:

1)Dolcetto di Ovada DOC

2)Barbera del Monferrato DOC

3)Cortese dell'alto Monferrato DOC

4)Chardonnay Piemonte DOC

Di recente Francesco Torello, il produttore ,ha aggiunto anche nuovi vini particolarmente curati e ricercati,seguiti passo passo nel processo di vinificazione e che hanno dato ottimi risultati:

1) Gherlain , Dolcetto di Ovada superiore DOCG, prodotto da uve selezionate e con un anno di invecchiamento in grandi botti di rovere;

2)Tourgnà , Barbera del Monferrato Superiore DOCG, invecchiata in piccole botti di rovere; 3)Lubby , Chardonnay Doc, con fermentazione in barrique e aromaticità raffinata e complessa.

3)Lubby , Chardonnay Doc, con fermentazione in barrique e aromaticità raffinata e complessa.

Al castello di Grillano si tengono periodicamente degustazioni dei prodotti locali e del vino dell'Azienda; l'accoglienza è cordiale e calorosa, la cucina ottima, buono il rapporto qualità/prezzo del vino.







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Tourgnà, barbera superiore del Monferrato

Di un bel colore rosso rubino offre al naso un profumo intenso, complesso e fine con note fruttate di frutta rossa e nera,di frutta secca come la nocciola, oltre che note speziate di liquirizia e chiodi di garofano. In bocca risulta secco, di buona acidità e di buon equilibrio, caldo, particolarmente morbido, giustamente tannico e sapido. Di corpo, intenso e persistente, con lieve nota amarognola finale.Da notare positivamente l'ottimo rapporto qualità/prezzo.

L'origine della Barbera viene fatta risalire al periodo del Marchesato e, successivamente, del Ducato del Monferrato in Piemonte, ma non esistono notizie certe fino alla fine del XVIII secolo.
La sua diffusione, in tale periodo, comprendeva anche la zona dell'Oltrepo Pavese, anche se in quei luoghi venne considerato un vitigno "importante" solo dalla seconda metà dell'800, quando fu citato da Carlo Giulietti, membro e poi Presidente della Commissione Ampelografia di Pavia, nel suo Dizionario ampelografico.
L'ascesa del vitigno Barbera ebbe un grande impulso nei primi anni del XX Secolo, dopo il periodo di crisi dovuto all'attacco della fillossera che distrusse quasi completamente il patrimonio viticolo europeo, per merito della sua innata resistenza, tanto da essere considerato un vitigno robusto e piuttosto rustico.
Ancora negli anni '50, in Piemonte, in Oltrepo e nella zona del Piacentino la coltivazione della Barbera rappresentava il 70% della superficie vitata.
Furono proprio le zone del Monferrato e dell'Astigiano tra le prime ad ottenere il riconoscimento D.O.C. nel 1970 , in particolare la Barbera del Monferrato e la Barbera d'Asti.
Questo vitigno, piemontese per origine e diffusione, esprime al meglio i propri caratteri in Piemonte e in Lombardia, suoi territori d'elezione, ma viene coltivato in molte zone in Italia e all'estero, venendo vinificato sia in purezza, come nella zona di Alba e nel Monferrato, sia in uvaggio.
Caratteristiche fondamentali e distintive dei vini ottenuti dalla vinificazione della Barbera sono principalmente due: la componente acida, che necessita di una attenta gestione nelle pratiche di cantina per smorzare le sue punte più aggressive; l'elevato grado alcolico che caratterizza la struttura e il corpo del prodotto finale.


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giovedì 4 ottobre 2012

IL SANGIOVESE E LE SUE MOLTE INTERPRETAZIONI

Interessante e piacevole l’evento organizzato da Onav Genova, nella sede di via San Vicenzo 68,con protagonista assoluto della serata il vitigno Sangiovese in diverse sue realizzazioni.

L’Azienda Tenimenti Angelini ha proposto la degustazione di cinque vini toscani docg creati con Sangiovese in purezza o in uvaggio e presentati dagli enologi Dino Torrone e Marco Quaini.


Il Sangiovese è uno dei vitigni italiani più diffusi e la sua coltivazione copre l'11% della superficie viticola nazionale.


Viene coltivato dalla Romagna fino alla Campania ed è tradizionalmente il vitigno più diffuso in Toscana.
Utilizzato in purezza ed in uvaggio,è la materia prima di importantissimi vini italiani, dal Carmignano al Chianti Classico,dal Brunello di Montalcino al Vino Nobile di Montepulciano, dal Sangiovese di Romagna al Morellino di Scansano.
Le origini e la provenienza del Sangiovese sono incerte: le prime informazioni sicure risalgono solo al XVI secolo, quando Giovan Vettorio Soderini nel suo trattato "La coltivazione delle viti", lo cita come «il Sangiocheto o Sangioveto “, quale vitigno particolarmente produttivo. Anche l'origine del nome è incerta e varie sono le teorie:alcuni sostengono che derivi da “sangiovannese” in quanto originario di San Giovanni Valdarno, altri invece lo fanno risalire a forme dialettali, altre opinioni ancora lo fanno derivare da “sanguegiovese”, ossia “sangue di Giove”,in quanto proveniente dal Monte Giove nei pressi di Santarcangelo di Romagna.

Da recenti studi genetici sembra che il "Sangiovese", a dispetto della sua diffusa e storica presenza nell’area romagnola e tirrenica, possieda parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, soprattutto in Campania e Calabria. Dieci varietà ne costituiscono la "famiglia" ed il Ciliegiolo sembra sia un suo discendente diretto.
In generale si parla di Sangiovese, ma in realtà questo termine definisce un gran numero di varietà o cloni nelle quali si è differenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori.
Tale vitigno richiede, per esprimersi al suo massimo, condizioni microclimatiche tali da consentirgli la piena maturazione dei suoi tannini che solo in tal caso, acquistano una varietà di sentori e donano morbidezze ed

intensità. In Toscana se ne distinguono due grandi famiglie: il Sangiovese Grosso, il Sangiovese Piccolo e il Prugnolo Gentile che producono vini di grande eleganza con vocazione alla durata nel tempo.
Per questo motivo è difficile dare una descrizione assoluta del vino che se ne ricava, che ha certo alcune costanti come i buoni tannini e l’elevata acidità ed è apprezzato per struttura, pienezza di gusto, eleganza e capacità di invecchiamento.
Il Sangiovese conosce, in effetti, in questi anni una grande popolarità.

L’Azienda Tenimenti Angelini è una realtà che conta oggi circa 500 ettari di cui 210 vitati distribuiti in cinque diverse zone dell’Italia: Montalcino, Montepulciano, Jesi, il Collio e l’Isonzo.
Si tratta di terroir molto diversi tra loro, accomunati da una caratteristica che li riunisce tutti: la grande vocazione per la vite.
In questo evento genovese dell’Onav presenta cinque dei suoi migliori prodotti nati in Toscana e creati col Sangiovese:


1)Rosso di montalcino 2010 docg

2)Nobile di Montepulciano 2009 docg

3)Chianti Classico 2008 docg

4)Chianti Classico Riserva Monsenese 2007docg

5)Brunello di Montalcino 2007docg



La rassegna dei 5 vini in degustazione è stata intitolata:
Il Sangiovese in varie sue espressioni e si è svolta nella sede Onav di Genova, via San Vincenzo 68,con la presenza dei due enologi Dino Torrone e Marco Quaini.

In degustazione 5 vini dell’Azienda:

1)Rosso di Montalcino 2010 Val Di Suga
tit. alc.14°
Composto da Sangiovese grosso al 100%, proveniente da giovani vigneti impiantati sul versante nord di Montalcino,in zona intermedia tra mare e monti e coltivato a cordone speronato, con potatura corta a due gemme, viene fermentato in vasche di acciaio e macerato per 15 gg a temperatura controllata di 30°,invecchiato per 15 mesi in botti di rovere di Slavonia e fusti di rovere francese .
Affinamento in bottiglia per almeno tre mesi, produzione di 60.000 bottiglie.

Rosso rubino brillante con aroma vivace ed intenso di frutta rossa matura, con delicate note speziate.
Corpo intenso, morbidamente tannico e persistente, abbinabile con primi piatti e carni alla griglia.


La Val di Suga è la tenuta montalcinese del Gruppo, luogo in cui nascono i vini della denominazione più prestigiosa: il Brunello di Montalcino. La proprietà si estende su una superficie complessiva di 120 ettari di cui 55 impiantati a Sangiovese. La caratteristica della tenuta rispetto alle altre della zona è quella di avere le vigne situate su tre diversi versanti della collina: a nord il vigneto di Val di Suga che si sviluppa tutto intorno alla cantina e comprende la Vigna del Lago, a sud-ovest il vigneto di San Polo, l’impianto più giovane che gode di una posizione di assoluto riguardo e, a sud-est, la vigna Spuntali dalla quale nasce il più famoso Cru.
La possibilità di utilizzare le uve provenienti dalle tre zone, molto diverse tra loro per tipo di terreno ed esposizione, permette alla cantina Val di Suga di produrre vini armoniosi e di grande equilibrio, dove si ritrovano tutte le migliori caratteristiche di questo terroir.


2)Nobile di Montepulciano 2009 docg



Prugnolo gentile al 90%, Merlot e Cabernet Sauvignon al 5%, fermentato in acciaio e macerato a 30° per 18 gg.
L’uva è coltivata nel versante più a sud, verso Arezzo,in terroir argilloso e sabbioso, con ciottoli e fossili.
Risente dei benefici dell’umidità del lago Trasimeno.
Invecchiato in botti di rovere di Slavonia per 18 mesi ed affinato in bottiglia per un anno.
La produzione è di crca 250.000 bottiglie annue
Color rosso rubino,con bouquet di frutta rossa, mirtillo e prugna,con sentori di tabacco e minerali.

Elegante, equilibrato e persistente, adatto ad arrosti e grigliate e a formaggi di media stagionatura.


3)Chianti Classico 2008 San Leonino docg
Tit. alcol. 13°



Sangiovese al 90% , Cabernet Sauvignon e Syrah al 5%, allevati in terreno argilloso con ciottoli e sassi di galestro in clima continentale.
Fermentazione in acciaio e macerazione a 30° per circa 15 gg, invecchiamento per 15 mesi in botti di rovere di Slavonia e vasche di cemento.
Affinamento in bottiglia per tre mesi.
Produzione di 180.000 bottiglie.

Rubino brillante con riflessi granata per l’invecchiamento.
Profumo di viola mammola e di bacche rosse
Strutturato e con lungo retrogusto fruttato.
Ottimo l’abbinamento con sughi di carne, saporiti e speziati.


4)Chianti Classico Riserva Monsenese 2007
tit. alc. 14°



Il terroir è Castellina in Chianti e le colline rivolte verso Siena, da cui il nome Monsenese,in vigneto esposto da nord a sud.
Acciaio e 18 mesi di rovere francese.
Viene prodotto solo nelle migliori annate e solo 15.000 bottiglie.
Rosso rubino intenso, vino di raro equilibrio, corposo e di ottima persistenza, ricco di aromi intensi, vellutato in bocca e con morbidi tannini.
Adatto a Chianine ad arrosti, a formaggi saporiti e di media stagionatura.
Grande vino.

5)Brunello di Montalcino 2007 Val di Suga



Sangiovese grosso al 100% provenienti da tutti e tre i vigneti dell’Azienda.
Mesi 36 di invecchiamento in botti di rovere di Slavonia e fusti di rovere francese, affinato un anno in bottiglia.
Produzione di 120.000 bottiglie e 500 magnum.

Rosso rubino intenso con riflessi granata.
Bouquet ampio ed armonico,con sentori fruttati e balsamicie note speziate.
Potente ed elegante con persistenza lunghissima e bellissimo equilibrio.
Vino da selvaggina, da carni arrostite e da formaggi di media stagionatura.




rosso di montalcino, val di suga,






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