sabato 16 novembre 2019

VINI & VITIGNI: Mine Wine, un Gavi al femminile

VINI & VITIGNI: Mine Wine, un Gavi al femminile: Mine Wine è il nome del vino progettato ed inventato da Giusi Scaccuto Cabella ed è un bianco piemonte di Gavi, Cortese al 100%, che nasce d...

Mine Wine, un Gavi al femminile

Mine Wine è il nome del vino progettato ed inventato da Giusi Scaccuto Cabella ed è un bianco piemonte di Gavi, Cortese al 100%, che nasce dall’uva raccolta dagli 11 comuni della denominazione, luoghi caratterizzati da suoli molto vari a seconda delle zone, marnosi, calcarei e argillosi, segnati dai microclimi diversi.
Come si sa, a Gavi, le terre rosse sono originate dalla miscela ferrosa delle ghiaie miste ad argilla, antichi depositi alluvionali che si trovano soprattutto a nord, verso Tassarolo e Novi, dove le colline sono più dolci e le vigne si alternano a boschi di quercia; la fascia centrale, verso Serravalle, vede un’alternanza di marne e arenarie e, infine, la parte meridionale, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, è composta da marne argillose bianche, la cui origine marina è evidente, anche per la presenza di numerosi fossili.
Tenendo conto di queste caratteristiche che servono a produrre varie tipologie di Cortese dai sentori e dalle diverse sapidità, Giusi ha pensato di riunire tutte le peculiarità che possono offrire questi terroir in una solo bottiglia, in un solo vino: idea vincente che nessuno prima di ora aveva preso in considerazione.” Voglio fare un Gavi che sia mio in tutto e per tutto, e che racchiuda la vera anima di questi 11 comuni dalle caratteristiche tanto diverse, sia per clima, altitudine e composizione dei suoli. La scelta delle percentuali di ciascuna terra tiene conto dell’andamento dell’annata e di come si sono espresse le zone nel corso della stagione”. E’ stata indubbiamente una sfida per Giusi, che ha dovuto capire e armonizzare queste anime in un unico vino. Ma anche una vittoria. “E’ stata una sorpresa anche per me scoprire le caratteristiche organolettiche di un blend nato da terre rosse, bianche e di mezzo, perché non avevo idea di come si potessero esprimere in un unico prodotto. Di fatto, credo di aver realizzato un Gavi, che rappresenti la mia personalità, tanto complessa quanto sfaccettata”.
Giusi si è comportata come un agronomo, ha lavorato come un enologo, senza essere né l’uno né l’altro. La sua competenza è nata soprattutto dall’esperienza maturata in 30 anni di lavoro in vigna e in cantina, che l’hanno resa una produttrice di vino unica nel suo genere.
Ha deciso di richiare di portare a termine il suo progetto occupandosi prima della selezione delle uve, scegliendole personalmente, poi della vinificazione ed, infine, anche della commercializzazioneA darle supporto la sua famiglia: il marito Ivo, il figlio Gabriele e la sorella Maria Teresa, la forza della famiglia da cui trae l’energia e l’ispirazione per il suo lavoro.
Una storia fatta di profonda conoscenza del territorio, cominciata trent’anni fa.
MyWine è nato nel 2018 con 20.000 bottiglie ed ha proseguito nel 2019 con 35.000. Ha già viaggiato per il mondo con successo, oltre che in Italia, in Europa, Svizzera, Usa e Russia.
E’un nobile bianco piemontese, che racchiude l’essenza del Gavi.
Bei riflessi luminosi in un colore sostanzialmente giallo paglierino. Al naso ricco e ben equilibrato con note agrumate, di varia intensità, dalle quali emerge soprattutto il sentore di mandarino, note aromatiche morbide e balsamiche, frutta bianca. In bocca regala una percezione gustativa armonica ed equilibrata, freschezza, e sapidità: un vino piacevole e intenso, con una buona componente alcolica riequilibrata in freschezza e tanta sapidità. Un vino di facile beva e comprensione, che permette molti abbinamenti Presentato a Milano, presso il Ristorante Joia - Alta Cucina Vegetariana – si è dimostrato un vino versatile e di ottimo abbinamento con i piatti dello chef Pietro Leemann.


sabato 2 marzo 2019

I vini friulani di roccia e di mare

I Delegati Onav Robi Jacomin di Trieste e Massimo Ponzanelli di Genova hanno organizzato e condotto una serata speciale, durante la quale il Carso e la sua produzione vinicola sono stati protagonisti.

“Abbiamo scelto gli autoctoni, cioè la Glera, la Vitovska, la Malvasia, i Refoschi e il Terrano” afferma Jacomin, presentando questi vini insoliti ma molto interessanti, nati in una zona limitata alla provincia di Trieste dove il terroir è diverso rispetto alle altre zone del Friuli Venezia Giulia, diverse le condizioni climatiche e roccia, vento e mare sono davvero elementi fondamentali.
Si tratta della sottile striscia di terra che si estende fino a Trieste, tra il mar Adriatico e il confine Sloveno. Un territorio battuto dalle brezze salmastre del mare e dalla fredda bora, che, con la sua forza, pulisce i vigneti e permette ai viticultori di diminuire notevolmente i trattamenti in vigna: un suolo pietroso, arido, povero di sostanze organiche, ma molto ricco di minerali, un habitat perfetto per la coltivazione della vite, caratterizzato da rocce calcaree bianche, coperte da poca terra rossa e ferrosa.
“Una terra senza terra, in cui le viti lottano per la sopravvivenza con la pietra, tanta pietra”, come cita Robi Jacomin.
Anche il clima è difficile in questa regione: arso e siccitoso, con estati calde e inverni freddi, mitigati dal mare. I vitigni sono perlopiù disposti su terrazze sopra Trieste che è la più piccola provincia d’Italia e la produzione è limitata, solo il 4% della produzione regionale che, a sua volta, costituisce il 4% di quella nazionale.
La viticoltura qui è giovane e, proprio per queste sue caratteristiche, il Carso è il regno dei vitigni autoctoni, che, nei secoli, si sono adattati a queste condizioni estreme e hanno saputo trovare il loro equilibrio, per esprimersi con risultati di eccellenza.

La Vitovska è un’uva autoctona, coltivata solo nella zona del Carso, in passato vinificata spesso insieme con altri vitigni del territorio ma, da alcuni decenni, in purezza, spesso utilizzando l’antica tecnica della macerazione sulle bucce. Piacevole da bere giovane, ma, grazie all’acidità, con un buon potenziale d’invecchiamento.
L’origine del vitigno della Malvasia istriana è antichissima: originario di Creta, dall’Egeo pare si sia diffuso seguendo le rotte della colonizzazione greca. Il nome deriva dal porto del Pelopponeso di Monemvasia, che era il principale scalo di esportazione del vino greco, dolce e aromatico, esportato, fin dal XIII secolo, dalle flotte veneziane.
Il Terrano
è un vitigno autoctono a bacca rossa, tipico del territorio del Carso, di origine molto antica, appartenente alla famiglia dei Refoschi. Vitigno vigoroso e produttivo, presenta forti similitudini genetiche con la Cagnina, coltivata tradizionalmente in Romagna.
Degustazione:

1) - Brut KK Spumante Metodo Classico, Az. Agr. Kante
50% malvasia istriana 50% chardonnay, un anno sui lieviti
Naso: floreale, miele di acacia, con gradevole nota citrina, pompelmo e scorza di limone;
In bocca salinità e acidità lo rendono molto piacevole.

2) Glera 2017 DOC Carso AZ: Bole
Il vino è Prosecco con Glera, autoctono non spumantizzato. La Glera nasce e cresce in tutta la zona, nel Carso viene vinificato fermo solo da due produttori.
Con belle note floreali al naso e buona acidità in bocca, appare un vino non molto complesso ma pulito e franco, di buona piacevolezza, con note amaricanti finali e bella freschezza.

Seguono le due Vitovska, nome che deriva dal viticcio; uva abbandonata e sconosciuta fino agli anni Settanta, poi ripresa negli ultimi 40 anni.
Il primo vino è vinificato in maniera tradizionale, il secondo è vino macerato.

3) - Vitovska 2017, Fattoria Carsica Bajta, IGT Venezia Giulia
Vendemmia un po’ tardiva; naso aromatico, intrigante, con sensazioni citrine e sentori di fiori gialli quali la ginestra, l’albicocca matura. In bocca offre una sensazione fresca e acida, di forte salinità da territorio, elementi molto caratteristici; retrogusto lungo, buon equilibrio.

4) - Vitovska 2016, Az. Agr. Benjamin Zidarich, IGP Venezia Giulia
Vinificato con macerazione tipica dei vini friulani; per tradizione molti produttori lavorano con macerazione l’uva raccolta perlopiù in vendemmia tardiva e poi lasciata per 10 giorni sulle bucce. Non si fanno filtrazioni né controllo della temperatura.
Naso: confettura, agrumi, arance, marmellata, note speziate, anice stellato, un mondo ricco di aromi.
Sapore: naturale, fresco, c’è tutta la salinità e la sapidità del Carso in un corpo da vino rosso.

5)Malvasia 2017, Az. Agr. Lenardon, IGP Venezia Giulia
Vinificazione tradizionale e affinamento in recipienti di acciaio inox.
Naso con intensa nota fumè, floreale pulito e fruttato. Entra in bocca equilibrato, morbido. Vino molto gradevole. Buona morbidezza e grassezza.

6)Malvasia 2016, Az. Agr. Škerlj, IGT Venezia Giulia
Macerazione delle uve, senza controllo temperature, riposo in botti grandi per 24 mesi. Nessuna filtrazione e stabilizzazione, tutto avviene spontaneamente nella cantina scavata nella roccia che garantisce umidità e temperatura fresca. Colore arancione luminoso, acidità buona.
Naso: ricco con frutta e macedonia, complessità olfattiva con spezie intense, note cannella, frutta secca. In bocca: in equilibrio, ricco, acido, dal corpo importante, con sensazioni di zenzero piccante, vino intenso.

7)Terrano 2016, Az. Agr. Škerk, IGT Venezia Giulia
Prodotto dal Refosco dal peduncolo verde.
Macerazione senza controllo temperatura e in barrique di media grandezza. Vino naturale, rubino carico. Naso erbaceo, pirazine, frutta rossa, vaga speziatura, fieno. Bocca: di acidità forte, salatura, corpo medio, molto spigoloso.
Originale nella sua spigolosità.

8) Krogle 2016, Az. Agr. Kocjančič, DOC Carso (Refosco) 12°.
85 % Refosco nostrano, 15 % Merlot, Cabernet Sauvignon e Piccola Nera (varietà autoctona da sempre presente nei vigneti storici)
Tutte le fasi di produzione del vino, dalla vigna alla bottiglia, sono ispirate da principi di assoluta artigianalità e naturalità. Per 12 giorni macerazione, poi riposo in botte.
Naso vegetale, con frutto rosso e note speziate, note di vaniglia. In bocca meno aggressivo del precedente. Acidità e salinità. Vino più bilanciato ma sempre tagliente.
Nel Carso i grandi bianchi prevalgono sui rossi.














VINI & VITIGNI: VINI & VITIGNI: Il Buttafuoco Storico compie 23 an...

VINI & VITIGNI: VINI & VITIGNI: Il Buttafuoco Storico compie 23 an...: VINI & VITIGNI: Il Buttafuoco Storico compie 23 anni : I quattordici produttori del Consorzio del Buttafuoco Storico hanno festeggiato a...

I vini friulani di roccia e di mare



I Delegati Onav Robi Jacomin di Trieste e Massimo Ponzanelli di Genova hanno organizzato e condotto una serata speciale, durante la quale il Carso e la sua produzione vinicola sono stati protagonisti.

“Abbiamo scelto gli autoctoni, cioè la Glera, la Vitovska, la Malvasia, i Refoschi e il Terrano” afferma Jacomin, presentando questi vini insoliti ma molto interessanti, nati in una zona limitata alla provincia di Trieste dove il terroir è diverso rispetto alle altre zone del Friuli Venezia Giulia, diverse le condizioni climatiche e roccia, vento e mare sono davvero elementi fondamentali.
Si tratta della sottile striscia di terra che si estende fino a Trieste, tra il mar Adriatico e il confine Sloveno. Un territorio battuto dalle brezze salmastre del mare e dalla fredda bora, che, con la sua forza, pulisce i vigneti e permette ai viticultori di diminuire notevolmente i trattamenti in vigna: un suolo pietroso, arido, povero di sostanze organiche, ma molto ricco di minerali, un habitat perfetto per la coltivazione della vite, caratterizzato da rocce calcaree bianche, coperte da poca terra rossa e ferrosa.
“Una terra senza terra, in cui le viti lottano per la sopravvivenza con la pietra, tanta pietra”, come cita Robi Jacomin.
Anche il clima è difficile in questa regione: arso e siccitoso, con estati calde e inverni freddi, mitigati dal mare. I vitigni sono perlopiù disposti su terrazze sopra Trieste che è la più piccola provincia d’Italia e la produzione è limitata, solo il 4% della produzione regionale che, a sua volta, costituisce il 4% di quella nazionale.
La viticoltura qui è giovane e, proprio per queste sue caratteristiche, il Carso è il regno dei vitigni autoctoni, che, nei secoli, si sono adattati a queste condizioni estreme e hanno saputo trovare il loro equilibrio, per esprimersi con risultati di eccellenza.

La Vitovska è un’uva autoctona, coltivata solo nella zona del Carso, in passato vinificata spesso insieme con altri vitigni del territorio ma, da alcuni decenni, in purezza, spesso utilizzando l’antica tecnica della macerazione sulle bucce. Piacevole da bere giovane, ma, grazie all’acidità, con un buon potenziale d’invecchiamento.
L’origine del vitigno della Malvasia istriana è antichissima: originario di Creta, dall’Egeo pare si sia diffuso seguendo le rotte della colonizzazione greca. Il nome deriva dal porto del Pelopponeso di Monemvasia, che era il principale scalo di esportazione del vino greco, dolce e aromatico, esportato, fin dal XIII secolo, dalle flotte veneziane.
Il Terrano
è un vitigno autoctono a bacca rossa, tipico del territorio del Carso, di origine molto antica, appartenente alla famiglia dei Refoschi. Vitigno vigoroso e produttivo, presenta forti similitudini genetiche con la Cagnina, coltivata tradizionalmente in Romagna.
Degustazione:

1) - Brut KK Spumante Metodo Classico, Az. Agr. Kante
50% malvasia istriana 50% chardonnay, un anno sui lieviti
Naso: floreale, miele di acacia, con gradevole nota citrina, pompelmo e scorza di limone;
In bocca salinità e acidità lo rendono molto piacevole.

2) Glera 2017 DOC Carso AZ: Bole
Il vino è Prosecco con Glera, autoctono non spumantizzato. La Glera nasce e cresce in tutta la zona, nel Carso viene vinificato fermo solo da due produttori.
Con belle note floreali al naso e buona acidità in bocca, appare un vino non molto complesso ma pulito e franco, di buona piacevolezza, con note amaricanti finali e bella freschezza.

Seguono le due Vitovska, nome che deriva dal viticcio; uva abbandonata e sconosciuta fino agli anni Settanta, poi ripresa negli ultimi 40 anni.
Il primo vino è vinificato in maniera tradizionale, il secondo è vino macerato.

3) - Vitovska 2017, Fattoria Carsica Bajta, IGT Venezia Giulia
Vendemmia un po’ tardiva; naso aromatico, intrigante, con sensazioni citrine e sentori di fiori gialli quali la ginestra, l’albicocca matura. In bocca offre una sensazione fresca e acida, di forte salinità da territorio, elementi molto caratteristici; retrogusto lungo, buon equilibrio.

4) - Vitovska 2016, Az. Agr. Benjamin Zidarich, IGP Venezia Giulia
Vinificato con macerazione tipica dei vini friulani; per tradizione molti produttori lavorano con macerazione l’uva raccolta perlopiù in vendemmia tardiva e poi lasciata per 10 giorni sulle bucce. Non si fanno filtrazioni né controllo della temperatura.
Naso: confettura, agrumi, arance, marmellata, note speziate, anice stellato, un mondo ricco di aromi.
Sapore: naturale, fresco, c’è tutta la salinità e la sapidità del Carso in un corpo da vino rosso.

5)Malvasia 2017, Az. Agr. Lenardon, IGP Venezia Giulia
Vinificazione tradizionale e affinamento in recipienti di acciaio inox.
Naso con intensa nota fumè, floreale pulito e fruttato. Entra in bocca equilibrato, morbido. Vino molto gradevole. Buona morbidezza e grassezza.

6)Malvasia 2016, Az. Agr. Škerlj, IGT Venezia Giulia
Macerazione delle uve, senza controllo temperature, riposo in botti grandi per 24 mesi. Nessuna filtrazione e stabilizzazione, tutto avviene spontaneamente nella cantina scavata nella roccia che garantisce umidità e temperatura fresca. Colore arancione luminoso, acidità buona.
Naso: ricco con frutta e macedonia, complessità olfattiva con spezie intense, note cannella, frutta secca. In bocca: in equilibrio, ricco, acido, dal corpo importante, con sensazioni di zenzero piccante, vino intenso.

7)Terrano 2016, Az. Agr. Škerk, IGT Venezia Giulia
Prodotto dal Refosco dal peduncolo verde.
Macerazione senza controllo temperatura e in barrique di media grandezza. Vino naturale, rubino carico. Naso erbaceo, pirazine, frutta rossa, vaga speziatura, fieno. Bocca: di acidità forte, salatura, corpo medio, molto spigoloso.
Originale nella sua spigolosità.

8) Krogle 2016, Az. Agr. Kocjančič, DOC Carso (Refosco) 12°.
85 % Refosco nostrano, 15 % Merlot, Cabernet Sauvignon e Piccola Nera (varietà autoctona da sempre presente nei vigneti storici)
Tutte le fasi di produzione del vino, dalla vigna alla bottiglia, sono ispirate da principi di assoluta artigianalità e naturalità. Per 12 giorni macerazione, poi riposo in botte.
Naso vegetale, con frutto rosso e note speziate, note di vaniglia. In bocca meno aggressivo del precedente. Acidità e salinità. Vino più bilanciato ma sempre tagliente.
Nel Carso i grandi bianchi prevalgono sui rossi.















domenica 10 febbraio 2019

VINI & VITIGNI: Il Buttafuoco Storico compie 23 anni

VINI & VITIGNI: Il Buttafuoco Storico compie 23 anni: I quattordici produttori del Consorzio del Buttafuoco Storico hanno festeggiato a Milano il ventitreesimo compleanno di questo vino morbido ...

Il Buttafuoco Storico compie 23 anni

I quattordici produttori del Consorzio del Buttafuoco Storico hanno festeggiato a Milano il ventitreesimo compleanno di questo vino morbido e strutturato, ambasciatore dei valori originali dell’Oltrepò Pavese. Condotta da un simpaticissimo Gene Gnocchi, la conferenza stampa ha visto il susseguirsi di numerosi interventi da parte di molti personaggi influenti del mondo vitivinicolo, che hanno raccontato il successo del progetto portato avanti da giovani produttori e aziende storiche, iniziato in Oltrepò Pavese nel 1996.
Il Club del Buttafuoco Storico è una libera associazione, nata col fine di tutelare il prodotto, il cui prestigio era da tempo riconosciuto dalla provincia di Pavia e dintorni ma che, da vino della tradizione è diventato un vino nuovo proprio per il lavoro portato avanti dalle undici aziende iniziali, oggi diventate quattordici, che hanno condotto insieme un attento lavoro di ricerca e di collaborazione, dall’analisi delle caratteristiche storiche della produzione, alla scelta delle vigne più vocate, per raggiungere una vinificazione sempre più controllata e certificata di cui si producono oggi 70.000 bottiglie annue, sotto un unico marchio, tracciato nel vetro per distinguerne originalità e autenticità.
Il Veliero è anche il logo del Club, contenuto in un ovale - botte tipica dell’Oltrepò Pavese, e sostenuto dalla scritta Buttafuoco. Da qui si dipartono due nastri rossi che rappresentano il Versa e lo Scuropasso, i due torrenti tra cui tradizionalmente si produce il Buttafuoco Storico: la primissima fascia collinare dell’Oltrepò Pavese denominata “Sperone di Stradella”.
Ed è appunto qui che nasce il nostro vino, su una lingua di terreno collinare protesa nella pianura padana di cui si può affermare che sia la punta più a nord della catena degli Appennini.
La zona è caratterizzata da un sottosuolo particolare, in cui la formazione appenninica si incontra con le derive di origine alpina creando un ambiente unico che marchia indissolubilmente i vini che qui nascono.
Le fantastiche esposizioni al sole dei ripidi versanti di queste colline e le sapienti mani dei vignaioli assieme alla forte mineralità del suolo, donano al Buttafuoco Storico una originalità irripetibile sul quarantacinquesimo parallelo che taglia a metà la zona di produzione.
Una posizione geografica che obbligava i condottieri, i pellegrini e i mercanti ad attraversarla e che,nel corso della storia, ha permesso al territorio di diventare grande sbocco commerciale del vino qui prodotto. Fra storia e leggenda Peter Schenk narra che nel 1859 una compagnia di marinai Austriaci impegnata a traghettare le truppe sul fiume Po, invece di andare in battaglia in terraferma si fermò a fare strage di botti e bottiglie di un vino locale chiamato Buttafuoco. Lo scrittore lega questa storia ad un fatto però realmente accaduto: la marina Austro-ungarica dopo alcuni anni varò una nave chiamandola “Buttafuoco“. E’ da questo racconto che il Club del Buttafuoco Storico decise di adottare il veliero come loro simbolo: una grande nave dalle vele infuocate.
Il Buttafuoco Storico è un vino di grande struttura, capace di invecchiare per molto tempo, ben 36 mesi dalla vendemmia, raggiungendo un sempre maggiore grado di intensità. Vino di grande struttura e armonia, è capace di grande invecchiamento.
In degustazione per il compleanno tutti i vini nati dalle vigne di Buttafuoco Storico: Bricco in Versira, Cà Cagnoni, Canne, Casa Barnaba, Casa del Corno, Costera, Catelotta, Frach, Garlenzo, Montarzolo, Pitturina, Pregana e Sacca del Prete.