giovedì 8 marzo 2012

Visita alla Tenuta Montelio Codevilla (PV)




La collina porta un nome che significa “il monte del sole”,a testimonianza della felice esposizione dei vigneti.


 Il territorio aziendale copre una superficie totale di 78 ettari, di cui 30 sono coltivati a vigneto specializzato: gli impianti prevedono circa 4800 ceppi per ettaro, le viti sono allevate per la maggior parte a spalliera tradizionale con potatura parte a guyot e parte a cordone speronato basso.
 Le gemme per pianta sono in genere 11-12 per pianta con interventi di diradamento in 12 ettari su 27.
La resa media è di circa 80 q.di uva all’ettaro, dei quali il 40%vinificabile in bianco, il resto in rosso.



I vigneti,disposti parte a ritto chino e parte a giro poggio, vanno da un’altitudine di 180 ms.l.m.sino a 280 m s.l.m.


 I vitigni coltivati sono sia a bacca bianca sia a bacca nera: tra i primi il Cortese, il Riesling Italico, il Riesling Renano e il Muller Thurgau la Malvasia ed il Moscato; tra i secondi la Barbera, la Croatina, il Merlot, il Pinot Nero e l'Uva Rara.
L’azienda opera in regime di viticoltura integrata, con gestione del suolo con inerbimento e pacciamatura, un numero limitato di trattamenti, favorito anche da scarsa piovosità e utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale.La piantumazione con siepi ed alberi e la collocazione nei vigneti di 230 nidi di uccelli rafforzano ancora di più questa scelta imprenditoriale.

STORIA

In origine sede della grangia di un monastero,già nel 1200 vi si coltivava la vite come si legge nei documenti d’epoca.
 Nel 1802 Angelo Domenico Mazza acquistò i primi terreni che nel 1848 diedero inizio all'esperienza produttiva vitivinicola, ancora oggi portata avanti dagli eredi della famiglia .




L’ing. Mazza si faceva regolarmente spedire dalla Francia copie del Journal Vinicole per essere sempre informato nel settore  e , dopo di lui, il figlio e i nipoti continuarono  a conservare i segreti aziendali senza trascurare le innovazioni  (il Muller Thurgau ed il Merlot sono abbastanza nuovi per la zona).

Le cantine "storiche" dell'azienda, ricavate in caratteristici ambienti sotterranei, ospitano le botti di rovere francese (barriques e tonneaux) per l'affinamento dei prodotti di maggior pregio e le bottiglie di vino destinate alla commercializzazione.
 Particolarmente caratteristico risulta l’ Infernot, un ambiente facente parte dell'antico monastero utilizzato nei secoli scorsi come "ghiacciaia" e oggi luogo destinato alla conservazione della riserva privata della famiglia. 

PRODUZIONE:

  • 1)OLTREPO PAVESE CORTESE DOP

   12°tit.alc.
   Ottenuto da vinificazione di uva cortese in purezza
    Giallo paglierino
    Bella miscela floreale e fruttata al naso, mela renetta e       
    mandorla
    Sapido e fresco al palato
    Abbinabile , fresco, a verdure, pesce, risotti.

  • 2)OLTREPO PAVESE RIESLING DOP

    12°tit.alc.
   Ottenuto da vinificazione di Riesling Italico e Riesling Renano
    Paglierino con riflessi verdolini
    Ampio al naso, fruttato alla mela, minerale
    Sapido , fresco ed armonico
    Fresco con verdure, pesce,formaggi freschi,salumi speziati.

  • 3)BONARDA OLTREPO PAVESE FRIZZANTE DOP

   12,5°tit.alc.
   Vinificato da Croatina e uve rosse miste
   Rosso rubino-violaceo alla vista
   Vinoso al naso, con piccoli frutti rossi
   Corposo e già equilibrato, nonostante la giovane età.



  • 4)MULLER THURGAU IGT

   11,5°tit.alc.
  
Muller Thurgau 100% 

All'esame visivo si presenta di un colore giallo paglierino con leggeri riflessi dorati
Al naso è abbastanza intenso e abbastanza complesso, elegante e leggermente aromatico, floreale e fruttato di mela matura.
 In bocca fresco ,con un buon equilibrio, glicerico e con una discreta persistenza. 

  • 5)OLTREPO PAVESE BONARDA FRIZZANTE DOC

   12°tit.alc.
Uva Rara 40%, Croatina 30%, Barbera 25% 

All'esame visivo si presenta di un colore rosa cerasuolo brillante; al naso è intenso, abbastanza complesso, fine e delicato, con note floreali di viola mammola e fruttate di lamponi, fragoline di bosco, piccoli frutti, pesca noce.
In bocca è morbido, sapido, asciutto, con una buona persistenza aromatica. 

  • 6)OLTREPO PAVESE PINOT NERO COSTARSA DOC

12,5°tit.alc.
Pinot Nero 100% 

Alla vista si presenta di un colore rosso rubino scarico con leggeri riflessi aranciati.
 Al naso è abbastanza intenso, complesso e abbastanza fine, con note di frutta matura (ribes e marasca), leggermente speziate di vaniglia, chiodi di garofano e pepe, dovute all'affinamento per un 50% in botti da 25 hl. e per il restante 50% in piccole botti di rovere per circa 1 anno.
In bocca è secco, caldo, morbido, con una discreta freschezza, abbastanza tannico, abbastanza sapido, equilibrato, intenso e persistente.

  • 7) COMPRINO MIROSA ROSSO I.G.T.

13,5°tit.alc.
Merlot
Colore rosso granato leggeri riflessi aranciati.
 Al naso è intenso, complesso e abbastanza fine, con note di frutta matura (prugna e amarena), speziate di vaniglia, cannella, chiodi di garofano e pepe nero, leggermente erbacee e pungenti.
 In bocca è secco, caldo, abbastanza morbido, abbastanza tannico, con una buona sapidità, abbastanza equilibrato, intenso e persistente. Ha un affinamento tra 12 e 16 mesi in piccole botti di rovere francese.  

    

mercoledì 7 marzo 2012

LA riscoperta del vitigno autoctono Timorasso


Il Timorasso è un vitigno autoctono delle Colline Tortonesi e viene coltivato nelle valli Curone, Grue ed Ossona ed in val Borbera accomunate dalla conformazione del terreno argilloso e da una buona esposizione.
Le prime notizie sono molto antiche e sembrano potersi collegare a Leonardo da Vinci che omaggiò Isabella di Aragona , in occasione delle sue nozze, con un antico e famoso formaggio ,il Montebore,accompagnato da un vino bianco con cui veniva solitamente abbinato nei banchetti del tempo, il Timuras.

Parte del patrimonio ampelografico di Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna e denominato in vari modi , come Timoraccio, Timorosso, Timuassa, Timorazza, Morasso,questo antico vitigno era originario della zona tra Novi Ligure e Tortona e, nel Bollettino Ampelografico del 1885 era segnalato nel Tortonese , insieme al vitigno Cortese , tra le uve bianche più coltivate della zona.
Abbandonato a causa della filossera, fu riscoperto da alcuni produttori che, guidati da Walter Massa, investirono sulla potenzialità di questo vitigno e crearono un grande bianco, oggi D.O.C. Colli Tortonesi Timorasso.
Il VITIGNO

Il germoglio è di color bianco, leggermente rosato e cotonoso con foglioline apicali piegate a coppa, bianco verdastre con sfumature ramate.
Il tralcio erbaceo è particolarmente eretto e di sviluppo rapido con viticci molto sviluppati e robusti; di color verde a sfumature rosse.
La foglia adulta è grande ,tri o penta lobata, di color verde chiaro.

Il grappolo a maturità è di media grandezza o medio-grande, a forma piramidale con due o tre ali, mediamente compatto o compatto, con peduncolo medio-corto, robusto, verde, semilegnoso.

L’acino è grande, generalmente sferoidale ma spesso deformato per la compattezza del grappolo: la buccia è spessa , molto pruinosa e di colore giallo; la polpa mediamente consistente, di sapore neutro.

L’uva è facilmente riconoscibile perché perché, nello stesso grappolo, si trovano acini grossi ed acini piccoli e va incontro ad un buon numero di aborti floreali spontanei, con conseguente incidenza del tenore zuccherino, abbastanza elevato.
La buccia è molto spessa e pruinosa,consistente e di colore verde-giallastro, la polpa densa e succosa.
GERMOGLIAMENTO E MATURAZIONE

Il timorasso ha un germogliamento ed una fioritura precoci,ma un periodo di invaiatura tardivo,dopo la metà di agosto ed anche tardiva è la maturazione, a fine settembre.
La produzione è circa 5 kg /ceppo, con un peso medio dei grappoli di 250 ceppi.
Il vitigno richiede terreni argillosi chiari, buone esposizioni, buone ventilazioni, diradamenti in luglio, agosto e settembre.
Scarsamente adattabile in ambienti pedoclimatici diversi dall’abituale.


LA RISCOPERTA

Verso la meta’ degli anni 80 il vitigno del Timorasso fu riscoperto da alcuni produttori che capirono che aveva delle grandi potenzialità e decisero di investirvi tempo, sperimentazione e denaro.
Guidati e stimolati da Walter Massa, oggi i produttori di Timorasso sono una ventina, con una superficie vitata di 40 ettari circa; la produzione limitata colloca il vino nella categoria dei vini di nicchia,considerato oggi uno degli autoctoni più significativi d’Italia.
Anno dopo anno,, dal 1990 al 2010, si può dire che Walter Massa abbia sempre cercato di migliorare il “suo “ Timorasso, tanto da esserne definito il papà.
Nel 1990 ne era riconosciuto il potenziale, fra note dolci e ossidative, nel 92 era stato definito “trebbianesco”, nel 95 di “maggior profondità gustativa” con note di anice stellato ed idrocarburi, nel 97 caldo e generoso,nel 98 leggermente evoluto , con note classiche e idrocarburiche e aromi più dolci di miele e liquerizia.
Ma è da 2000 che il Timorasso raggiunge la sua maturità:
agrumi ed anice stellato, timo, rosmarino e liquerizia, con un buon equilibrio ed una alcolicità tenuta a bada, succoso e convincente in una degustazione del 2005:
lattico, mielato e dolce, con profonda mineralità, elegante e sapido , nel 2006.
Ormai Walter Massa sa gestire le calde vendemmie che si succedono sulle Colline Tortonesi e , dopo varie sperimentazioni, in Friuli è venuto anche a conoscenza di un nuovo tipo di vinificazione , con macerazione sulle fecce fini,migliorativa in profondità e finezza di estrazione.Ha, poi, imparato e diffuso la microfiltrazione, pratica per ottenere vini puliti e stabili.
Oltre a Walter Massa di Monleale , le aziende produttrici della zona sono:
Azienda agricola Mutti Dino- Claudio Mariotto- La Colombera- Carlo Daniele Ricci- Maurizio Bruno- Boveri Luigi- Clemente Mogni- i F.lli Mandibola- Enio Ferretti- Enzo Canegallo- Roberto Semino- Stefano Daffonchio- L'azienda Morgassi Superiore di Gavi- la Cooperativa Valle Nostra- L'azienda Valli Unite Coop- L'azienda Cascina degli Ulivi- Cascina Montagnola.



IL VINO
Le caratteristiche principali del vino :

all’esame visivo si mostra colore giallo paglierino più o meno intenso che, con l'evoluzione ,vira sul dorato,
all’olfattivo, manifesta profumi complessi che, nei primi anni di affinamento in bottiglia, ricordano i fiori di acacia e biancospino, pera e foglie di pomodoro, si avvertono leggermente note di miele così come quelle minerali, ma è dopo 4-5 anni di affinamento che si evidenziano le potenzialità con un'evoluzione manifestate in note di pera matura, miele di fiori di campo molto percettibile, così come molto percettibili emergono le note minerali e di idrocarburi, che sono le caratteristiche di questo vitigno.

In bocca di sapore è asciutto, caldo e morbido, la notevole struttura sostiene l'alcolicità, e la decisa acidità rimane nel dar freschezza a questo vino anche dopo molti anni.

Il Timorasso che migliora con un lungo affinamento in bottiglia può offrire una vasta gamma di abbinamenti, e a seconda dello stadio
evolutivo può essere sia un valido aperitivo,sia un ottimo compagno con antipasti come i peperoni ripieni con tonno e capperi,la carne cruda e alcuni salumi poco stagionati.
È ottimo con molti primi piatti, con carni bianche soprattutto se tra gli ingredienti sono presenti erbe aromatiche,con il pesce cotto in vari modi, con formaggi caprini freschi e naturalmente il Montebore, formaggio storico della zona. Stupendo con il tartufo bianco delle valli, semplicemente grattato sui tajerin al burro.
Da giovane si serve ad una temperatura di 10-12°, mentre per bottiglie con 4/5 anni d'invecchiamento e oltre, 12-14°.