martedì 16 ottobre 2012

Vini e vitigni in Argentina


Dagli anni Ottanta ad oggi il mercato dei vini argentini ha conquistato buona parte del mercato mondiale, passando dall’1% all’11% del 2008.
Nonostante oggi l'Argentina sia il quinto produttore al mondo, la strada da percorrere nella produzione vinicola è ancora tanta , perché non ha ancora sfruttato al massimo le sue enormi potenzialità.I suoi vini raramente raggiungono l’eccellenza e, fatto importante per la diffusione,sono difficili da reperire al di fuori di questo paese.
Le condizioni ambientali e climatiche qui sono ottimali e le migliori zone di produzione si trovano alla stessa latitudine e nelle stesse condizioni ambientali delle più vocate aree del vicino Cile ed attendono solo di essere utilizzate nel modo più appropriato.


L’introduzione della vite in argentina viene fatta risalire agli Spagnoli dalla metà del Cinquecento in poi, quando i primi vigneti vennero impiantati nella parte orientale del paese vicino alla costa Atlantica.
La prima varietà di uva conosciuta e diffusa in tutta l’America latina fu l’uva Mission, conosciuta anche col neme di Pais che pare fosse la progenitrice dell’uva più diffusa e conosciuta in Argentina, la Criolla Chica.
La coltivazione si concentrò successivamente nella zona dell’attuale città di Mendoza, dove le particolarmente favorevoli condizioni ambientali,favorite dalla copiosa disponibilità di acqua fornita dalla neve che si scioglieva sulle Ande, fecero sorgere presto un sistema utilissimo di irrigazione e di dighe per poter gestire al meglio questa importante risorsa.

Furono i missionari Gesuiti ad avviare la coltivazione della vite in queste aree ma lo slancio dell’enologia si verificò in Argentina dopo il 1820, dopo la liberazione dal dominio spagnolo, quando arrivarono dall’Europa numerosi immigranti dalla Francia, dall’Italia e dalla Spagna che portarono con loro le varietà di uve tipiche dei loro paesi di origine .
Il Malbec, attualmente il vitigno più diffuso nel paese,il Tempranillo,la Bonarda ,il Sangiovese, lo Chardonnay e lo Chenin Blanche furono i vitigni di importazione europea più diffusi.
In questa striscia di terreno che va dal 22° al 56° parallelo sud con grandi altitudini e grande varietà di climi, dal tropicale al polare, molte sono le differenze tra regione e regione.
Si coltiva anche oltre i 2000 metri ed è necessaria l’irrigazione a causa del clima secco e caldo.
I terreni sono alluvional- morenici ma anche ciottolosi e sabbiosi, quindi salvi dalla filossera.
La produzione è concentrata nelle regioni della parte occidentale del paese a ridosso della catena delle Ande.Le più importanti, da nord a sud sono:

Salta e Rioja dove vengono prodotti soprattutto vini bianchi come il Torrontes, il Pedro Jimenes, lo Chardonnay ed anche il Moscato di Alessandria.

Mendoza, San Juan e Maipu al centro che , tra i 500 e i 1200 m.s.l.m. costituiscono l’erea più importante e produttiva.
Mendoza, a 1000 km. di distanza da Buenos Aires, produce il 70% dei vini argentini da uve che , perlopiù da piccoli produttori, confluiscono in cantine e bodeghe.
Qui la prevalenza è dei rossi in particolare il Malbec, uva tipica di Bordeaux, qui in grado di produrre eccellenti vini.Sono diffusi, inoltre, Cabernet Sauvignon,Merlot, Tempranillo e Sangiovese e un cenno a parte merita l’ottimo Tannat che produce un vino robusto e corposo, morbido ed adatto particolarmente alla carne argentina.
A sud, in Patagonia e Rio Negro,grazie al clima più fresco,si producono vini bianchi e spumanti di buona acidità.

Un grande enologo francese,Michel Rolland ha affermato che il potenziale e le possibilità di sviluppo in Argentina sono sbalorditivi perché in quella terra si verifica la completa sinergia tra clima, suolo e risorse umane.
La storia degli ultimi anni gli sta dando ragione.






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