lunedì 21 gennaio 2013

La valorizzazione della Freisa



Il FREISA e un vitigno tipicamente piemontese ed ha una storia antichissima, risalente ad almeno cinquecento anni fa.
Le "Frese" cinquecentesche erano collocate tra i vini pregiati e stimate il doppio del vino comune.
Nel 1600 Giovanni Battista Croce , bottigliere di Casa Savoia, lo descriveva come vino prodotto da vitigno rustico e resistente alle gelate primaverili e per questo coltivato anche in zone meno favorevoli.
Se vinificato in purezza, il vitigno e in grado di produrre vini colorati ,secchi ,aspri per il contenuto abbondante di tannino.


Le prime notizie ampelografiche dedicate alla Freisa risalgono al 1700 quando il Conte Nuvolone Pergamo,direttore dell' Orto sperimentale della Reale Società di Agricoltura di Torino riteneva le colline tra Asti e Torino, zona di elezione del vitigno che divideva in due varietà : "fresia grossa e fresia pica".

Nell'Ottocento la coltivazione del vitigno venne poi intensificata proprio per la sua caratteristica resistenza alla peronospora .
Proprio per temperare la sua aggressività, dovuta agli acidi e ai tannini , si produceva con "dolcezze " e "frizzantature"e si vinificava un vino dolce e spumeggiante del quale si faceva un discreto commercio in America.
Prodotto cosi', rimase in seguito considerato come un tipico vino piemontese, amabile e più o meno spumeggiante, dal colore rosso rubino e dal profumo di lampone , che accompagna piacevolmente i dessert.


Nel 2002, con la collaborazione della città di Torino, della facoltà di Agraria dell'Università degli Studi e dei Vignaioli Piemontesi e' stato organizzato sulle colline di Chieri,un centro sperimentale per approfondire le conoscenze e le attitudini alla vinificazione dei vitigni della collina torinese.
Il Centro Bonafous, così e' chiamato l'Istituto, sfruttando il patrimonio ampelografico della collina, ha dedicato attenzione e studio al vitigno Freisa .
Monitorando attentamente l'andamento della fase di maturazione ed integrando i risultati con i dati provenienti da altre ricerche sul vitigno Freisa condotte nell'Astigiano,è stato considerato utile, in fase di vinificazione, il ricorso alla rifermentazione del mosto -vino con una piccola quantità di uve leggermente appassite, al fine di accelerare lo svolgimento della malolattica e stabilizzare il colore e l'aggressività dei tannino.

Si è giunti ad una produzione di vino fermo , armonico ed equilibrato,che non doveva più essere temperato dalla spumantizzazione, proprio in considerazione degli studi attuati dal Centro sul patrimonio genetico della Freisa.
Freisa e Nebbiolo hanno, infatti, caratteristiche genetiche comuni ed è simile anche il loro patrimonio polifenolico; la maggior tannicità della Freisa può essere diminuita con una maturazione ottimale delle uve e con nuove procedure di vinificazione.
Si sono così individuate diverse aree tradizionali piemontesi per la produzione della Freisa:
Freisa di Chieri
Freisa di Asti
Freisa dei Colli Tortonesi
Freisa del Monferrato
Freisa del Pinerolese
Zone con microclimi diversi per esposizione e quindi con acido malico presente nelle uve in diversa quantità . Da questa consapevolezza si e' organizzata una vinificazione differenziata ed appropriata alle singole zone che ha permesso la produzione di ottimi vini fermi, morbidi e profumati dove il tannino non rappresenta più un elemento di disturbo.








Nessun commento:

Posta un commento