sabato 1 giugno 2013

ALBAROSSA,VITIGNO PIEMONTESE FIGLIO DI PIEMONTESI



Un bel nome pittorico e immaginifico “Albarossa”e una storia lunga, che inizia nel 1938 e che vale la penna raccontare:
negli anni Trenta, il prof.Giovanni Dalmasso, ampelografo di grande autorevolezza e professore all’Università di Torino, nonché fonte importante, per i suoi studi e per i suoi contributi scientifici, per la redazione dei disciplinari di produzione dei vini DOC e DOCG, realizzò una serie di incroci varietali che non vennero utilizzati ma archiviati in una collezione viticola della regione Piemonte.

Una cinquantina di anni dopo, però, il prof. Mannini del Cnr di Torino, decise di studiare da vicino questi incroci, impiantandoli nella Tenuta Cannona, centro sperimentale vitivinicolo della regione Piemonte che, tuttora, si trova nel comune di Carpeneto (AL) tra le colline dell'Alto Monferrato e si estende per 54 ettari, di cui 20 destinati a vigneto a gestione sperimentale e la restante parte a bosco e seminativo.
La gestione e' assicurata da una societa' responsabilita' limitata a cui partecipano Regione Piemonte (che ha la proprietà della Tenuta), Vignaioli Piemontesi, Associazione Produttori Moscato d'Asti, Comune di Carpeneto.
Tra questi incroci c'era, appunto, l'Albarossa, un vitigno a bacca nera ottenuto dall'incrocio di 'mamma” Barbera e papà” Nebbiolo.
Probabilmente l'intento originario fu quello di ottenere una varietà che compendiasse in sé i pregi dei due più importanti vitigni piemontesi.
In realtà, le ricerche genetiche effettuate in epoca più recente hanno chiarito che il vero 'padre” dell'Albarossa non è il celebre Nebbiolo, ma il meno conosciuto Chatus (detto anche Nebbiolo di Dronero).
Quest'ultimo è una varietà autoctona alpina, storicamente coltivato sulle pendici ai piedi delle Alpi Marittime che in Francia è riscontrabile nella zona dell'Ardèche e in Piemonte è maggiormente diffuso nelle aree di Saluzzo, Pinerolo ed in Savoia.


Si tratta, quindi,di un vitigno, dall'animo assolutamente piemontese, autoctono a tutti gli effetti. Questa nuova, più completa, sperimentazione confermò e rafforzò le prime impressioni.
L'Albarossa si è dimostrata un'ottima cultivar, capace di offrire ottimi risultati di produzione e di vinificazione anche se occorre tenere presenti le sue necessità in quanto richiede terreni asciutti e posizionati in colline particolarmente soleggiate, con suoli calcarei e ricchi di microelementi; è comunque in grado di generare un grande e moderno vino di grande impatto visivo e olfattivo,che conserva integri i caratteri di piemontesità nella freschezza e nella presenza morbida dei tannini.
Dal 2001 è inserito nella lista “Vitigni idonei alla coltivazione in Piemonte”ed è stato coltivato in provincia di Alessandria, di Cuneo e di Asti.
Ha grappolo medio-piccolo, buccia di colore blu-nero, molto pruinosa, raggiunge una maturazione medio-tardiva, verso la prima decade di ottobre; presenta elevata vigoria in quanto offre produzione abbondante e costante , preferisce allevamento a contro- spalliera e a guyot, si adatta generalmente bene alle avversità climatiche.
Inoltre, trattandosi di un vitigno a maturazione tardiva occorre riservare all’Albarossa i vigneti di collina con buone esposizioni. In tali condizioni dà origine a vini che hanno sia una buona potenza alcolica, sia la morbidezza vellutata di una ricca componente polifenolica che non presenta eccessive punte di astringenza.

Il risultato è un vino dalla bellissima intensità cromatica,un bel colore rosso rubino con sfumature violacee, dotato di un bouquet intenso e complesso in cui prevalgono le sensazioni fruttate su quelle floreali ed alle quali si può aggiungere una spiccata componente speziata.
In bocca è ricco e caldo, grazie all’elevato tenore in alcol e glicerina, ben strutturato, armonico e vellutato, di elevata pienezza e persistenza gustativa.Si affina ottimamente sia in botte grande che in barrique.
Attualmente, le uve Albarossa rientrano in due denominazioni di origine: “Piemonte Albarossa” e, insieme ad altre uve, nella denominazione “Monferrato rosso”.
Il disciplinare di produzione Piemonte Albarossa prevede:
Vigneti:composti da Albarossa per almeno 1'85% e possono concorrere, per la restante parte, altri vitigni a bacca di colore analogo, idonei alla coltivazione nella regione Piemonte.
Uve : resa 9.000 kg/ha con un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 12% vol.
Vino: 12 mesi di invecchiamento con titolo alcolometrico volumico totale minimo 12,50% vol.; acidita' totale minima 4,5 g/l ;acidita' totale massima 7,5 g/l ;estratto non riduttore minimo 26 g/l.
Si adatta a carni, formaggi, sughi ricchi ed arrosti.
Ottimo produttore di Albarossa l'Azienda Agricola convento dei Cappuccini di Pierluigi Botto
viale Simondetti 4 Cassine (Al)

Nessun commento:

Posta un commento