giovedì 16 febbraio 2017

L'IMPORTANZA DEL TERROIR NELLA VERTICALE DI BAROLO ANNATA 2012

Una serata dedicata ai grandi crù del Barolo: una degustazione orizzontale dell’annata 2012, ottima per clima e temperature, analizzata attraverso i vini dei alcuni dei più grandi produttori della zona.
La serata, guidata da Vito Intini, inizia con la storia del Nebbiolo che nasce nel cuore delle colline di Langa e produce uno dei vini più importanti del patrimonio enologico italiano in undici comuni tra cui quello di Barolo che ha dato il nome al vino oggi celebre in tutto il mondo.
Il vitigno Nebbiolo, storico e indigeno già dai tempi dei Romani, in quanto non si hanno tracce in altre aree se non in Valtellina, trasportato dai Liguri, e in alto Piemonte, è in effetti uva di allevamento impegnativo che ha bisogno di molta cura, buona e tarda maturazione e di un certo tipo di terroir, esposizione eccellente, drenaggio e pendenza e una altitudine che può variare dai 150 ai 400 m.slm. Tre sono i suoi cloni: Lampia, Michet e Rosè e la sua resa è di 80 quintali per ettaro. Benchè molto importante, il Nebbiolo costituisce, tuttavia, meno del 5% della produzione enologica del Piemonte, è uva rara, povera di pigmenti e produce vini di poco colore, elegantemente aranciati perché ricco di peonina, la maggiore delle sue componenti antocianiche.
Fu la marchesa Giulia Colbert Falletto che, insieme al Conte di Cavour, contribuì a creare con questa uva il mito del Barolo che non esisteva in precedenza, con l’aiuto dell’enologo francese Oudard che consigliò di ricostruire completamente la tecnica di allevamento e di modificare quella di vinificazione. Fu così che, a fine Ottocento, fu creato uno dei più grandi vini italiani di cui, nel 2015, si sono prodotte 12 milioni e mezzo di bottiglie.
Meritevole di attenzione l’analisi dei terreni:
la regione del Barolo è un’area non omogenea di origine marina con tre formazioni geologiche del Miocene molto diverse tra loro:
a sud est prevalgono le marne giallastre con elementi ferrosi (Serralunga e Monforte);
nelle aree ad ovest prevalgono marne più vecchie e compatte che danno vini sostanziosi di grande corpo( La Morra, Barolo);
nelle parti intermedie c’è presenza di materiale sabbioso, soprattutto nella zona a nord est (Grinzane)
Dalla composizione geologica più o meno recente deriva la composizione metallifera diversa e quindi la resa diversa del processo di vinificazione.
Leggere e interpretare il Barolo è quindi un processo complesso perché la zona comprende ben 177 crù, delineati dal mappale della zona, con diverse componenti metallifere e geologiche e diverse tipologie di terroir, di allevamento e di vinificazione.
Il 2012 è stato preso come anno di analisi perchè annata positiva con temperature base a gennaio, fioritura giusta a maggio, agosto non troppo caldo e giusta quantità di piogge; poi, bel tempo alla vendemmia verso il 10/15 ottobre.
La serata si manifesta molto significativa per l’ottima scelta dei vini da parte di Enzo Brambilla, vero esperto del Barolo, che conosce tutti gli angoli delle Langhe e tutte le famiglie che, da generazioni, si dedicano alla produzione del vino.
Il taglio degustativo della serata consiste nell’assaggiare molti vini di crù di aree geologicamente differenti, di diverso allevamento e vinificazione ma della stessa annata, per cercare di analizzare le somiglianze e le diversità dei vari prodotti del territorio.
Annata interessante il 2012, anche se il vino è relativamente giovane.
In degustazione dieci grandi Barolo 2012:

1) Le Strette Cru "Corini Pallaretta" Novello
Siamo in zona sud ovest area in area geologicamente giovane con terreni non particolarmente ricchi.
Bottiglie prodotte 1500, piccolo crù.
Colore aranciato da Nebbiolo limpido ed elegante.
Il naso è pulito, franco e floreale con connotazione balsamica, note mentolate e un bel frutto. Alla rotazione il vino si mostra sottile, elegante e balsamico con note di liquirizia e chiodo di garofano, pino e sentore mentolato.
In bocca tanta e intensa liquirizia, tannini fitti e sottili, piacevoli, terra, humus, talco, frutto rosso. Vino di struttura importante che si percepisce soprattutto in bocca.
Bella struttura, acido e tannico. 85

2) Montaribaldi Cru "Borzoni" Grinzane
Siamo a 230 metri, a Grinzane Cavour a nord con marne compattate con conglomerati di sabbia infiltrata. Barrique per due anni e poi in botte grande. Stiamo parlando del nord est, terreno medio sottile con presenza di marne.
Il naso è fruttato con frutta rossa e note terrose, pepe; alla rotazione esce una marasca intensa e matura molto gradevole, moto diverso dal vino precedente, con frutto pieno rotondo e maturo, ciliegioso con spezie e noce moscata.
In bocca potentissimo ma un pò disarmonico per tannicità marcata. Il naso sembra maturo e in bocca ancora non è pronto. 82/83
3) Bartolo Mascarello Barolo
Cantina storica che rappresenta un po’ la cultura dell’antico Barolo tradizionale. Uve Cannubi, San Lorenzo e di altre aree straordinarie. Uve di crù diversi. Mascarello è uomo che ha fatto la storia del Barolo.
Al naso elegante e pulito e, se mosso, dichiara marasca, ciliegia matura e prugna, terra, talco, percezioni di spezie, grafite, liquirizia e nota mentolata.
In bocca fresco elegante con bella verticalità in bocca, leggera nota di anice e di menta, unita a note di grafite; tannino morbido. Finale terroso con liquirizia. Non ancora pronto. 86/87

4) Giovanni Rocca Cru’ " Bricco Ravera" Monforte d'Alba
Terreno sabbioso marnoso di Monforte, zona sud, con marne solide e compattate.
Prodotte 9.000 bottiglie, in barrique e in legno grande.
Al naso emerge l’energia più che l’eleganza, con tanto frutto ma meno verticalità. Frutto ricco e polposo, intenso; frutti rossi, ciliegie, fiori appassiti, pepe bianco e qualche spezia. Verticali note eteree mescolate a frutto grasso ricco e potente.
In bocca vino ricco, maschio e potente con tannini tattili, unbel vino ben strutturato. Vino giovane ma grande vino.

5) Guido Porro Cru "Gianetto" Serralunga d'Alba
Zona con vini strutturati in zona ricca ad est; vigneto argillo- calcareo con sabbia, viti giovani, fermentazione in vasche di cemento, 6.500 bottiglie prodotte. Guido Porro è uno dei giovane emergenti del Barolo, attua una vinificazione tradizionale, si tratta di una piccola azienda familiare. Al naso marasca, note olfattive di frutto, note forti di selvaggina, pepe, chiodi di garofano, nota dolce; buona energia olfattiva.
In bocca buona corrispondenza con l’olfatto, bella struttura, morbido e rotondo, liquirizia e tannino con note incenso e di balsamo, note di alloro, legno aromatico. Vino notevole. 90

6) Cadia di Bruno Giachino Cru " Monvigliero" Verduno

Parte alta, zona più sottile con argilla e zone sabbiose.
Terreno calcareo con sabbia. Barrique.
Al naso terroso, orizzontale con frutta, molta terra e liquirizia, non grande eleganza. Esposizione ottima del terreno.
In bocca vino più banale dei precedenti, non con difetti ma meno originale.
7) Silvano Bolmida Cru’ "Bussia" Monforte d'Alba
Zona intorno a Barolo in uno dei crù più vocati in assoluto, nel cuore del territorio: la parte della Bussia che si chiama Manescoto . Unico vinificatore di questo posto. Cura maniacale in cantina e in vigna: 24 mesi barrique, 12 mesi di botte grande. Al naso impatto di bella balsamicità con salvia e timo, erbe aromatiche secche, piacevole, un bel frutto. Alla rotazione ciliegia e spezia: molta l’eleganza, la potenza e la morbidezza.
In bocca grande vino morbido e con corrispondenza naso/ bocca con nota piccante e piacevole, note evolute. Lunga e potente la persistenza, elegante e morbido. 86/87

8) Cascina Ballarin Cru’ "Bricco Rocca" La Morra

Zona centrale con grande vista sulle colline del Barolo.
Terreni a composizione media, botte media. Al naso elegante con sentori di viola passita, frutto macerato, odore speziate e chiodi di garofano, vino tipico del territorio ben costruito. In bocca sintesi del Barolo, beverino positivo equilibrato ed elegante. Bella liquirizia, bel vino, pronto e bevibile. 87

9) Giacomo Fenocchio Cru’ "Villero" Castiglione Falletto
Siamo a Castiglione, un crù nella parte sud est, terreno elveziano con marne di nota rossa. Argilla ricca di ferro.
Al naso gradevole con frutto rossa e note piccanti spezie, chiodi di garofano, non intenso ma ben costruito.
Alla rotazione nota di ciliegia tesa alla macerazione, nota costante.
In bocca è molto elegante e buono, grande tattilità, glicerico e persistente. Naso un po’ sopito ma in bocca si rivela vino di bella costruzione, con equilibrio e struttura. Vino armonico e ben costruito. 90

10) Fratelli Negretti Cru’ "Bricco Ambrogio" Roddi
Zona meno significativa, suolo calcareo, vino barrique e botte grande. Naso sottile non particolarmente originale, più semplice, sentori di spezie. In bocca meglio che al naso ben strutturato con tannino gradevole, tattile e polposo. Consistente ma ancora giovane.






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