lunedì 6 marzo 2017

I VINI DI JOSKO GRAVNER


Presentata dal Delegato dell’Onav genovese Massimo Ponzanelli, Mateja Gravner si presenta al numerosissimo pubblico per parlare dell’Azienda di famiglia e presentare i suoi vini, gli stupefacenti vini del padre Josko, colui che, negli ultimi vent’anni, ha portato innovazione nel mondo vitivinicolo soprattutto ispirandosi al passato. Collabora alla serata Fiorenzo Sartore esperto degustatore Onav.
All’inizio appare un po’ smarrita, di fronte ad una vasta sala piena di pubblico ma poi inizia con passione a descrivere le sue colline, che non superano i 250 metri slm, al confine con la Slovenia, con vigneti di Ribolla e Pignolo, tipicamente friulani, ma anche di uve da vitigni internazionali, vigne che la sua famiglia coltiva nei 15 ettari di terreni marno-calcarei intorno alla grande casa dei suoi antenati, costruita oltre 300 anni fa.
Ma quando afferma -“ Noi non siamo un’Azienda biologica certificata, siamo prima di tutto contadini che rispettano onestamente la natura, perché le cose che si fanno con coscienza non hanno bisogno di certificazioni e di regole” - ecco che il suo tono si fa deciso e quasi orgoglioso e noi, pubblico, cominciamo a capire il significato e la concezione che c’è dietro la produzione Gravner.
Ci racconta che, negli anni ’90 il padre capì che aveva sbagliato ad estendere troppo la coltivazione della vite e provvide a limitarne gli spazi per creare un habitat migliore attraverso l’inserimento di alberi, leguminose, piante di vario tipo, quali olivi, meli, cipressi e di stagni e laghetti proprio perché prese coscienza che l’acqua era necessaria per ricreare un equilibrio naturale in cui potessero vivere gli animali, i pesci e gli uccelli. Questi ultimi tornarono tra gli alberi e per accoglierli furono addirittura costruiti dei nidi artificiali.
“Cerchiamo di essere meno dannosi e il più possibile rispettosi della natura”, afferma Mateja.
Così come sono rispettosi con la vite. La cura del vigneto consiste soprattutto nell’assecondare la natura aspettando che si compia il suo ciclo e limitando l’intervento dell’uomo, le vendemmie sono quasi sempre avanzate, almeno fino al mese di ottobre, perché –“ le uve vanno raccolte al meglio, quando sono veramente mature perché sono la base dei vini buoni in quanto in cantina non si aggiunge né si toglie nulla”-
Ci racconta che, dopo un periodo di vinificazione tradizionale, Josko, dopo un viaggio in California, durante il quale disse di aver imparato cosa non si deve fare nella vinificazione, decise di eliminare tutti i trattamenti chimici, a parte lo zolfo; successivamente scoprì, in seguito a sperimentazioni, che solo con le bucce e senza lieviti il vino manteneva il sapore dell’uva che lo aveva prodotto.
Nel 97 produsse la prima Ribolla senza lieviti che sapeva finalmente di Ribolla.
Fu eliminato l’acciaio, non si controllarono più le temperature, l’uva si teneva a fermentare in grandi tini senza aggiungere niente.
Nel 2001 vi fu il passaggio alle anfore.
Le anfore permettono una macerazione lunghissima senza il controllo della temperatura e, se l’uva è buona, non c’è bisogno di aggiungere sostanze. La prima anfora fu acquistata nel ‘97 anche se Gravner ne aveva sentito parlare, 20 anni prima, da Luigi Veronelli e dal prof. Scienza e si sapeva che l’anfora era stata utilizzata in Georgia per la vinificazione. Ci vollero 5 anni, dal 2000 al 2005, per avere le anfore e infine si creò la cantina dove il pavimento e i muri, all’interno, sono costruiti in modo da rendere l’ambiente omogeneo con l’esterno, per non provocare all’uva uno shock termico al momento della vendemmia. Le anfore sono fatte di argilla cotta, non contengono tracce di materiali pesanti, pericolosi per la salute dell’uomo.
All’esterno, poi, l’anfora viene ricoperta con sabbia e calce per creare un guscio protettivo.
Le uve, ottenute con un forte rispetto del territorio e coltivate senza prodotti chimici, pigiate o pigiadiraspate, sono messe direttamente nelle anfore, dopo aver tolto gli acini marci e i raspi, se necessario, a seconda dell’annata.
Durante la fermentazione, sei sono le follature giornaliere per proteggere col liquido le bucce che emergono, affinchè non siano attaccate dalle muffe.
Non ci sono regole per la durata della fermentazione, tutto dipende dall’annata e, dopo la malolattica, l’intero processo si ferma intorno a marzo / aprile.
Terminata la svinatura, il liquido passa in grandi botti per 15 giorni ed ancora in anfora per sei mesi.
Nel mese di settembre viene messo ad affinare in grandi botti di rovere per 7 anni: si è scelto questo tempo perché le cellule umane si rinnovano ogni 7 anni e la natura ci suggerisce che, in tale periodo di tempo, si compie un ciclo vitale.
Le Riserve prevedono 14 anni di affinamento.

3) Degustazione

1) VENEZIA GIULIA IGT BIANCO "Breg" 2008 (Chardonnay, Sauvignon, Pinot Grigio, Riesling)
L’annata 2008 è stata caratterizzata da piogge abbastanza frequenti ma ha prodotto uva molto bella; le precipitazioni autunnali hanno favorito la botrite.
Vino fermentato sulle bucce; servito a temperatura ambiente come i vini rossi.
15°gradi alcolometrici
Bellissimo colore ambrato brillante che dal punto di vista cromatico si stacca da tutti i vini che solitamente conosciamo. Colore che ricorda certi metalli preziosi, quali, per esempio, l’ambra.
All’olfatto è fresco e subito inonda le narici con sentori vari e cangianti: ginger, frutta secca, zafferano, erbe aromatiche, note del tè, legno di sandalo.
In bocca intenso ed imperioso con struttura, potenza e lunghezza. Percepiamo un bel tannino, una struttura importante, ben armonizzata. Vino estremamente giovane, con acidità fresca e viva. Perfettamente amalgamato ed armonico. Chiude con buona morbidezza.
Il Bianco Breg prende il nome da un vigneto collinare esposto a sud.

2) VENEZIA GIULIA IGT BIANCO "Breg" 2007
14,5°gradi alcolometrici.
Il 2007 è stata una annata molto bella e asciutta che ha dato uve sane e mature.
Il vino si è aperto in ritardo rispetto al primo ma si rivela altrettanto interessante.
Bellissimo colore ambrato brillante, simile al precedente ma forse con maggior brillantezza.
Olfatto: tè aromatico, note erbacee, fieno e erba tagliata, frutta secca, nocciola, mandorla, canditi: vino di grande complessità aromatica. L’olfatto si evolve di minuto in minuto.
Vini che sfidano tempi lunghissimi con grande maturità.
In bocca grande acidità, grande freschezza, tannini lievi, astringenza da bucce, un vino che trascende l’idea di vini bianchi.
Questo vino è più composto e con struttura un po’ superiore rispetto al precedente, con finale pulito e lunghissimo.

3) VENEZIA GIULIA IGT RIBOLLA 2008
Vitigno autoctono di riferimento del Colllio
14,5°
Uva più neutra.
Colore sempre ambrato e luminoso.
Al naso sentore di fiori essiccati, nota di tè, zafferano, nota di pasticceria, naso simile al primo vino della stessa annata. Note speziate di ginger, erbe aromatiche, mandorle e canditi.
In bocca la Ribolla presenta una nota piacevolmente amaricante, a differenza del Breg.
Il tannino è presente in maniera morbida ma l’equilibrio è mantenuto perché si tratta di un vino di corpo e di sostanza.
L’elemento alcolico induce ad una percezione che tende verso la dolcezza.
L’anfora conferisce al vino delle caratteristiche comuni ma non va ad appiattire il gusto.

4) VENEZIA GIULIA IGT RIBOLLA 2007
13,5°
Bellissimo colore ambrato, colore straordinario.
Naso: la vendemmia 2007 parte piano ma vince sulla lunghezza; nota di zenzero, spezie dolci, cannella, anice stellato, ginepro; naso intrigante, dolce ed espressivo.
L’evoluzione nel bicchiere è notevole. Vino molto complesso che si evolve nel bicchiere.
La Ribolla risulta più strutturata del Breg con note più complesse e con finale amaricante.
5) VENEZIA GIULIA IGT ROSSO "Breg" 2004 (Pignolo)
13°alcolometrici.
Uve Pignolo autoctone del Collio
Il Pignolo è un vino estremamente tannico che richiede molto invecchiamento. Sensazioni verdi, note aromatiche, note di carne macerata, pelle di salame.
Estrema gioventù di questo vino sia per tecnica di vinificazione sia per la caratteristica di questo vitigno.
Note olfattive balsamiche, prugna secca disisdratata, spezie come pepe.
Vino che dà sensazioni emozionali; abbinabile con carni e formaggi stagionati.

6) VENEZIA GIULIA IGT ROSSO "Rujno" 2001 (Merlot)
Rujno è vino da occasioni speciali, nelle annate normali prende il nome di Rosso Gravner.
Uve da vigneto del ‘67 che fa capire la capacità tecnica di vinificazione perché questo, a differenza dei bianchi, di può confrontare con altri Merlot.
Olfatto: straordinario e ricco che dimostra ancora gioventù anche se prevalgono le sensazioni terziarie. Vino di bella maturità, con note di tostatura, caffè e cacao.
Maestoso e denso, ricco di note importanti tipo le note ematiche e speziate. In bocca prevalgono elementi di eleganza e finezza; vino di straordinaria eleganza e pulizia.

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