giovedì 21 gennaio 2016

L'ELEGANZA DEI NEBBIOLI DI GATTINARA

Se è vero che il vino racchiude in se’ l’anima di un territorio, qui il sapore si lega, oltre alle caratteristiche del vitigno, non solo alla terra, granitica e vulcanica ma anche alle correnti d’aria che giungono dal Monte Rosa che, come scrisse Mario Soldati, “ una volta avanzava fin qui e queste colline, oggi coltivate a vite, erano gli orli estremi che lo contenevano”
Il Nebbiolo dell’Alto Piemonte, austero e aristocratico come le sue montagne era qui chiamato Spanna già dalla seconda metà del XIII secolo con un soprannome riferibile non ad un vitigno ma probabilmente ad un sistema di coltivazione e fu grazie alla sua presenza che la produzione vinicola si rivelò presto essenziale per l’economia di queste terre.
Il Gattinara è un vino piemontese cristallino dall’elegante colore granato – aranciato, dal profumo elegante e intenso, le cui zone di produzione si estendono a parte del territorio del comune di Gattinara, in provincia di Vercelli.
Il suo nome, Gattinara, probabilmente deriva da Catuli Ara, ossia Ara di Catulo, proconsole romano che sconfisse qui l’esercito dei Cimbri nel 101 A.c. e, a conferma di ciò, ci sono stati dei ritrovamenti archeologici che testimoniano come, in questa zona, si producesse vino sin dai tempi dell’antica Roma.
Come altri prestigiosi vini piemontesi, anche il Gattinara viene prodotto da uve Nebbiolo con aggiunta, per un massimo del 10% della quantità totale, di altre uve da vitigni locali come la Vespolina e/o la Bonarda di Gattinara.
Il Vitigno Spanna è di difficile coltivazione, esigente e molto delicato, tra i primi a germogliare ed esposto quindi ai danni delle brine e dei freddi primaverili ma è anche il vitigno più coltivato su queste colline da sempre ed intensificato in particolare dagli inizi dell’Ottocento in poi, quando si erano diffuse ed apprezzate le sue caratteristiche come quelle di una grande ricchezza locale, del prezioso generatore di un grande vino tipico dell’Alto Piemonte, non riproducibile altrove, vino di particolare personalità, creato con uve che qui crescono meravigliosamente,
come afferma Cinzia Travaglini:” abbiamo avuto la fortuna di avere un vitigno come il Nebbiolo che in tanti vorrebbero impiantare ma che dà i migliori risultati solo in pochissime zone e nel nostro territorio ha trovato da secoli il suo habitat ideale”.
Qui il Nebbiolo che dà luogo al Gattinara è particolarmente sabbioso e asciutto ed è prodotto della terra, terra amata e coltivata spesso in prima persona.
Nell’Ottocento il trasporto del vino da Gattinara si faceva con botti di media capacità; dove si dovevano percorrere solo mulattiere, si impiegavano piccole botti piatte che venivano collocate una per parte sul dorso dei muli.
Nel periodo di maggior produttività, verso la fine del XIX secolo, l'estensione dei vigneti raggiunse circa 800 ettari.
Nel 1872 il governo con decreto reale in data 17 maggio, istituiva a Gattinara la regia stazione enologica sperimentale, che era un centro di studi e di analisi dei vini, per dare un miglior indirizzo alla viticoltura.
La stazione sorse come scuola enologica, con vigneti e cantina sperimentale, stazione meteorologica, gabinetto di analisi, sala di lettura, museo di macchinari agricoli e venne impiantata a Gattinara perché qui si produceva uno dei migliori vini del Piemonte.
Il Gattinara, come il passato ci racconta, ha sempre rivestito un ruolo importante per questo territorio ed è storia di aziende grandi e medie ma anche quella di piccoli vignaioli, tutti tenacemente legati alla terra e alla vigna.
L’Azienda Travaglino è quasi un sinonimo nel mondo di Gattinara per l’eccellenza dei suoi vini e anche per l’originale forma della sua bottiglia scura ed asimmetrica che Giancarlo Travaglini volle già nel 1958 e la riprodusse quasi come un’opera d’arte, come una bottiglia che permette con la “decantazione” o “scaraffatura” di trattenere l’eventuale sedimento naturale che un grande Gattinara, riposando negli anni, può formare.
Una bottiglia elegante e perfettamente studiata per la conservazione e l’invecchiamento in cantina.
Cinzia Travaglini, figlia di Giancarlo, oggi e conduce, insieme al marito Massimo, appassionato ed esperto del mondo vitivinicolo, una splendida Azienda immersa nel verde tra prati e colline che si estende per 59 ettari di cui 44 vitati ed ha una produzione di circa 250.000 bottiglie, una importante realtà vinicola dell’Alto Piemonte fondata dal nonno ma consolidata dal padre.
Racconta: “Ho iniziato giovanissima a seguire il papà, nei suoi viaggi e anche e soprattutto in vigna e in cantina, specialmente in tempo di vendemmia e poi, la domenica, quando mancava il personale e gli serviva un aiuto per i travasi e allora mi chiamava..ed era un mondo che già da piccola mi appassionava…”
Sarà per lo splendido terroir della zona, roccioso e ricco di minerali dovuti ai sedimenti del Monte Rosa, di porfido e di scheletro leggero, sarà per il clima, mite e ventilato ma con marcate escursioni termiche, sarà soprattutto per la passione di tutta l’attuale quarta generazione ma la Travaglini, negli ultimi quindici anni, si è ampliata, ha piantato nuovi vigneti e l’esportazione internazionale è una delle sue voci principali.
“ La nostra cantina è innovativa nel rispetto della tradizione e la vinificazione del Nebbiolo, per le tre etichette del Gattinara base, del Tre Vigne e del Gattinara Riserva, avviene rigorosamente in purezza e prevede una lunga fermentazione in serbatoi di acciaio a temperatura controllata, poi, dopo la svinatura, il vino viene trasportato in botti di rovere di Slavonia nel marzo successivo alla vendemmia, dove inizia l’affinamento di diversa durata a seconda della tipologia”- spiega Cinzia e ci ricorda che, oltre alle tre etichette prodotte in passato, si è aggiunto un nuovo vino di grande valore affettivo “Il Sogno” che era l’ultimo progetto di papà Giancarlo rimasto incompiuto, un sogno appunto. Si tratta di un vino di grande struttura, di colore intenso e dagli aromi complessi, ottenuto dall’appassimento delle uve Nebbiolo.
Gli altri due prodotti dell’Azienda sono il Cinzia, vino da tavola e il Nebolè, metodo classico di Nebbiolo.
Una bella cantina con produzione di vini fini ed eleganti, accuratamente elaborati e tutti, rigorosamente, a base Nebbiolo perché, come afferma la produttrice “ Chi arriva ad amare il Nebbiolo, non lo dimentica più”.
Ma Gattinara non è solo questo, questa terra è anche terra di piccoli produttori, di gente che non ha mai abbandonato la vigna e ha continuato a coltivare anche i pochi ettari come il padre e come, prima ancora, aveva fatto il nonno...un mondo di tradizione, di saggezza, di amore per la terra, di vecchi ricordi…un mondo vinicolo, per dirla tutta, insolito e commovente.
Mi riferisco alla Cantina dei fratelli Petterino che mi è capitato di visitare e a quelli che, come loro, coltivano anche solo pochi ettari.
Marco e Giancarlo Petterino hanno ereditato dai vecchi la loro terra e continuano a vinificare le uve dei loro vitigni uno a tempo pieno, l’altro come aiutante perché, ci tiene a ricordare che lavorava allo Stabilimento Zacchetti e dedicava alla vigna solo il tempo libero dal lavoro.
Devo ammettere che si prova un’emozione a visitare questa cantina e a parlare con lui.
Giancarlo Petterino ti accoglie nella sala buona di una dimora di campagna che pare restata ferma agli anni Cinquanta con mobili e soprammobili d’epoca, ben tenuti e spolverati, nella sala della casa patriarcale dove pranzavano tutti. Peccato che manchi il riscaldamento e, nonostante la bottiglia aperta di Gattinara e i bicchieri, non ci si possa fermare a lungo per il freddo.
Ma quel poco basta per sentirsi immersi in un’atmosfera del tempo passato, tra persone che non conoscono l’uso di internet e comunicano con il telefono a filo posto su uno sgabello del cortile.
“Facevamo vino che vendevamo agli altri ma qualche amico ci ha spinto ad imbottigliare e a venderlo direttamente : la prima bottiglia con etichetta Petterino è del 1982. In tutto produciamo circa 10.000 bottiglie.
Ancora oggi la vendita delle nostre bottiglie avviene attraverso il passaparola”.
Racconta del nonno emigrato in America che, tornato nel 1908, aveva reimpiantato la vigna e i vigneti che ancora sussistono sono sempre nella stessa posizione, in collina, 2 ettari iscritti alla D.O.C.G. e divisi in diversi appezzamenti, che coltivano solo loro due fratelli ormai soli, secondo i vecchi sistemi:
“ Non diserbiamo, non concimiamo e quello che fa il vigneto resta lì, non portiamo via niente, a parte i sarmenti delle viti malate, cerchiamo di fare il minimo indispensabile di trattamenti in vigna, perché costosi e faticosi”.
Il vino che ci offre in degustazione, annata 2003, ha un colore brillante, luminoso, lindo, di un bel rubino caldo e i profumi sono puliti, nitidi, floreali, nebbioleschi tipici dai profumi autunnali alle rose appassite, dalle foglie di sottobosco alle violette secche. In bocca questo Gattinara che ci fa assaggiare è incredibilmente vivo, fresco e sapido, ben equilibrato e gradevolissimo…e il prezzo è solo di 9 euro!!
Cito qui Franco Ziliani (http://www.vinoalvino.org/blog/2010/03/gattinara-vigneti-permolone-marco-petterino-un-old-style-che-quasi-commuove.html)
che, anni fa, nel suo blog aveva commentato dopo una visita alla Cantina dei fratelli Petterino:
“Vini che mi hanno colpito e quasi commosso, come il loro prezzo in cantina, 7 euro, avete capito bene, sette, che farebbe venire voglia, come spero venga anche a voi, di andare a trovare Petterino a Gattinara (niente indirizzo e-mail solo un numero di telefono 0163 835613), stringergli la mano e dirgli grazie.
Perché c’è ancora salvezza e speranza in questo mondo del vino grazie a belle persone a viticoltori e vignaioli schietti, figli di un altro tempo e di un’altra civiltà, come lui…
Sono d’accordo con lui.


Aziende citate:

Travaglini Giancarlo
via delle Vigne 36
Gattinara
0163 833588

Petterino Marco
Via P. Micca 14
Gattinara
0163 865313

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