lunedì 21 novembre 2011

VINO SANTO DEL TRENTINO

Alla presenza di due produttori, appartenenti all’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino DO.C: Giovanni Poli e Gino Pedrotti, vengono presentati e degustati, nella sede Onav di Milano, sei vini dell’area di produzione Valle dei Laghi, comprendente i comuni di :
Calavino, Cavedine,Lasino, Padergnone e  Vezzano in provincia di Trento.

Il Vino Santo trentino è prodotto col vitigno NOSIOLA in purezza all’85%ed è un grande vino da dessert.
Sono solo 110 gli ettari coltivati a nosiola, vitigno autoctono, che rappresentano l’1,5% della produzione trentina e di questa produzione solo il 10% è ritenuto idoneo per l’appassimento e la produzione del Vino Santo.
I grappoli di nosiola, colpiti dalla botrytis cinerea che si sviluppa all’interno dell’acino provocandone la disidratazione ed asciugati dalla costante ventilazione dell’Ora del Garda, caratteristico e celebre vento del lago, sono raccolti tardivamente a piena maturazione, stesi su graticci, detti “arele”, e collocati sulle soffitte., dove l’appassimento si protrae per 5 o 6 mesi., fino alla settimana santa, quando l’uva viene pigiata.
La resa è molto bassa e si calcola che da 100 kg di uva nosiola fresca si ottengano circa 15/ 18 litri di mosto di Vino Santo.

Dopo la pigiatura, il mosto viene travasato in piccole botti di rovere ( di recente è usata anche la botte di acacia) ed inizia la fermentazione naturale che procede molto lentamente, per l’elevatissima concentrazione degli zuccheri, anche per 6/ 8 anni.
Dopo l’imbottigliamento la vita del Vino Santo si protrae anche per cinquant’nni.


L’Associazione Vignaioli del Vino Santo del TrentinoD.O.C. riunisce 6 produttori ed è nata nel 2002.

UN PO’ DI STORIA

Nel XVI secolo un cronista del Concilio di Trento definì i vini della zona “rari , amabili e pettorali”e questo vino passito fu apprezzato , in epoca asburgica soprattutto, sui mercati tedeschi ed austriaci.
La  produzione del Vino Santo crollò con la fine della prima guerra mondiale e, successivamente, in zona al posto della nosiola vennero impiantati vigneti di vitigni internazionali quali il pinot e lo chardonnay.
Solo di recente l’antica tradizione è stata ripresa dall'Associazione dei Vignaioli del Vino Santo che lavorano in sintonia e producono vini omogenei , di grande qualità e  longevità, una vera perla in questa zona produttiva che si avvale di un terroir marnoso- calcareo e di un microclima di eccezionalità.

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