Un’azienda giovane ma soprattutto impostata in maniera originale: sull’Etna si fa vino da vigneti di montagna, in particolare con Nerello Mascalese e Carricante, cresciuti in terreni scuri e lavici, minerali e sostanziosi, allevati con cura e vinificati in maniera tradizionale,
sull’Etna si producono vini di livello, un Doc Etna Rosso,”O scuru o scuru” barricato e di corpo che ha meritato la Douja D’Or 2010, un Carricante Doc Bianco dai profumi aromatici, insoliti ed armoniosi come “Luci luci”, un Rosato Doc che è stato premiato al Vinitaly 2014…. ma non è tutto qui.Le parole che basterebbero a descrivere l’attività e i prodotti di un’altra cantina o di un’altra azienda vinicola non bastano per descrivere Al-Cantara perché, in questo contesto, non si può parlare solo di vino, qui si tratta di una sintesi di terra di Sicilia, anzi di un distillato globale di sapore, cultura e filosofia isolana.L’impostazione data da Pucci Giuffrida alla sua azienda dice molto del fondatore stesso, un uomo che ama la vita e ama l’arte, ama la sua terra e la letteratura che da essa è scaturita, ha un concetto filosofico della vita, quello che, in effetti, si respira in questa terra, dominio di tanti popoli e ricettacolo di tante culture.Al-Cantara non dà l’impressione di operazione commerciale ma di ricerca filologica in vari settori dell’arte per esprimere in sintesi dei valori attraverso le parole, le immagini e i sapori del vino, distillati tutti di questa magnifica e densa terra di Sicilia.
Ci troviamo sul versante nord-occidentale dell’Etna, noto in dialetto come “ a’ muntagna” vicino a luoghi di memorie mitologiche e storiche, a Passopisciaro, contrada Feudo, nel cuore della “Valle dell’Alcantàra” in cui scorre il fiume omonimo da cui l’Azienda prende il nome. Il panorama è unico e selvaggio, con la valle coperta da vigneti e il fiume che la attraversa e la separa dall’Etna segnandone un confine al di là del quale inizia la provincia di Messina e la salita verso la catena montuosa dei Nebrodi dalla ricchissima vegetazione.Pucci Giuffrida, che fa il commercialista a Catania, ha organizzato la sua azienda che si chiama “Al-Cantàra” in una valle estesa su 20 ettari quasi tutti impiantati con vitigni autoctoni, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante, Minnella, e altri tra cui un Pinot Nero interessante, tanto da formare un catalogo di dodici bottiglie.
Il nome significa “ponte” come simbolo tradizionale di unione tra arte, vino e poesia e il logo dell’Azienda è rappresentato, infatti, da un volto femminile con un copricapo a forma di ponte, che collega il volto femminile con l’acqua fiumana ed è simbolo di questa sintesi che si persegue.Gianluca Calì, direttore commerciale dell’Azienda, ci accompagna nella visita della cantina e un mondo vario e figurato, pittoresco e poetico emerge dal complesso del sistema produttivo: intanto colpisce sicuramente l’utilizzo del dialetto catanese per denominare i vini perchè si chiama “’O scuro ‘o scuro”, il Doc Rosso, “Luci Luci”, il Doc Bianco, “Amuri di Fimmina e Amuri di Matri ”il Doc Rosato, ”Muddichi di suli” un Nerello Mascalese rosso, ”Occhi di Ciumi” un bianco creato con Carricante e Grecanico e via così. Sono tutti titoli di sonetti ricavati dalla silloge anch’essa chiamata “O scuro ‘o scuro” che vuol dire “Scritti al buio della notte”, del poeta dialettale catanese Nino Martoglio, vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento e che rappresenta per i Catanesi uno degli artisti che hanno interpretato l’animo e la cultura del luogo, attraverso immagini antiche e popolari.
Ispirate ai versi di Martoglio, inoltre, sono tutte le etichette dei vini, vere e proprie opere figurative, ceate dall'artista catanese Alfredo Guglielmino.
In particolare, ogni bottiglia della linea “cru” è intrinsecamente “letteraria” nella sua denominazione e pittorica nella sua etichetta.Così, ad esempio, il rosso Doc “O’ scuru o’scuru” prende il nome all’omonica raccolta di sonetti siciliani sulla “maffia” e sulla sua etichetta è rappresentato l’ambiente tipico delle osterie siciliane di un tempo, con colori cupi e con l’avventore con bottiglia in una mano, penna d’oca nell’altra, intento a scrivere qualcosa al lume di candela. O, ancora, “Luci Luci”, da “luci luci picuraru” un tema che, nell’etichetta dell’Etna Bianco DOC, è rappresentato dalla figura di un pastore che riposa sereno, circondato da lucciole numerose, in una limpida notte siciliana.Ma non abbiamo ancora parlato di vini; come sono i vini di Al-Cantara?
Sicuramente originali e di personalità spiccata con una mineralità che si percepisce in modo netto dovuta alla terra nera e ricca di scheletro su cui nascono e crescono i vitigni.
La gente dell’Etna fa vino da secoli e il terroir del vulcano fa la sua parte; se ci aggiungiamo il microclima e l’escursione termica, ci rendiamo conto di che cosa può produrre l’alleanza di terra, vitigno e uomo.Come afferma la giornalista straniera Kerin OKeele “ l’elemento natura, il vulcano fumante, la terra nera nera e le viti ad alberello, tutto qui è mozzafiato e i vini sono favolosi”.
Tenendo conto che l’Azienda è giovane ed è entrata sul mercato nel 2008, che per ora produce solo 60.000 bottiglie ma che la produzione è certamente destinata ad aumentare, c'è da aspettarsi che l'azienda farà cose davvero notevoli negli anni a venire.
Al-Cantara vinifica bene, con cura e, soprattutto, in azienda viene dato ampio spazio alla sperimentazione, tanto che accanto ai vitigni caratteristici dell'area etnea convivono benissimo ad esempio il Pinot Nero, il Cabernet Sauvignon e il Gewurztraminer.
Insomma un'azienda da seguire con attenzione, perché ha le carte e le vigne in regola per raggiungere livelli qualitativi davvero elevati.
I VINI
O SCURO O SCURO
Vino che nasce all’ombra dell‘Etna, in una valle tra la catena montuosa dei Nebrodi e il vulcano che da sempre ha visto il connubio fra l’uomo e la vite .
I vitigni interessati sono: il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio che danno vita alla Denominazione di Origine Controllata Etna Rosso.
Situato nella parte nord del vulcano a una altitudine di 650 metri slm su terreno vulcanico, ricco di minerali e di scheletro, il vigneto, di circa 40/50 anni, è allevato ad alberello per mantenere le vecchie tradizioni nel pieno rispetto della qualità e del territorio.
E’ il capofila della produzione, ha 14,5 gradi che, però, non si sentono, grazie alla sua struttura e soprattutto a una buona acidità; è insomma un bel vino, ben equilibrato e richiestissimo dal mercato estero.
Premio Douja D’Or 2010
LUCI LUCI
Vino bianco DOC Etna ottenuto con uve Carricante in purezza coltivate in una valle ad altitudine di 650 metri slm.
La terra, color cenere e ricca di minerali crea un vino fine e soffice e al contempo di grande struttura. La raccolta avviene intorno alla metà di ottobre.
L’uva viene raccolta in cassette, grappolo per grappolo e si effettua la pressatura senza diraspatura. In seguito il mosto si lascia decantare per 48 ore e, successivamente, purificato dalle sostanze più grossolane viene fatto fermentare in serbatoi di acciaio a 12º -14° C per circa 15 giorni, quindi il vino viene travasato almeno due volte per eliminare le fecce più grossolane e, in seguito, inizia e completa la fermentazione malolattica in vasche di acciaio dove rimane sul feccino per almeno 6 mesi.
“Luci Luci” sta ottenendo grande successo tanto da diventare quasi il vino più conosciuto dell’Azienda. Certamente si tratta di un vino molto particolare, sembra quasi prodotto di vitigno aromatico, tanto è profumato con sentori di frutta e dal sapore intenso e fresco; uno dei bianchi siciliani più significativi, una chicca che porta la firma del giovane enologo Salvatore Rizzuto, formatosi in Borgogna e poi in Piemonte.
Medaglia d’Argento conseguita all’8º Concorso Enologico Internazionale La Selezione del Sindaco.
OCCHI DI CIUMI
Vino bianco frutto di un uvaggio di Carricante e Grecanico.
Bel giallo paglierino, al naso colpisce per la complessità aromatica che lo contraddistingue inizialmente, con sentori floreali intensi e di frutta tropicale. In bocca si presenta fresco, ampio, dotato di una buona sapidità.
Il suo nome “Occhi di ciumi” deriva da una lirica del lentinese Alfio Antico.
Etichetta d’Oro al Vinitaly 2010.
AMURI DI FEMMENA E AMURI DI MATRI
Doc Etna Rosato composto da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio che vuole riproporre la tradizione in quanto sull’Etna il vero Nerello Mascalese era rosato e soprattutto trasparente. Le uve utilizzate sono prodotte da vitigni coltivati alle pendici del vulcano ad una quota di circa 650 metri s.l.m.
“Con questo vino stiamo cercando di reinterpretare la tradizione etnea, l’unione del fuoco e del mare. Forse è pazzia, ma la passione e il rispetto di questa terra e delle molteplici sfaccettature che ci fa vivere è degna di citazione, “un vino” unico nel pieno rispetto e nella interpretazione del terroir come cosa unica e della conservazione della tradizione.”(cit. Pucci Giuffrida)
“Amuri di Fimmina e Amuri di Matri” premio al Vinitaly 2010.
LU VERU PIACIRI
“Poche cose nella vita ci rinfrancano dalle fatiche del tran-tran quotidiano. Sicuramente sono cose semplici come la vista di un prato fiorito, la chioma rigogliosa di un albero secolare e un buon bicchiere di vino condiviso con gli amici. Ed è proprio questa ricerca della semplicità che ci ha spinto a pensare a un buon bicchiere di rosso”( cit. Pucci Giuffrida)
Un Etna DOC che si può bere da solo o che può accompagnare un buon piatto a base di carne, creato con Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, vitigni allevati ad una altitudine di 650 metri slm su terreno vulcanico ricco di minerali e con molta struttura.
Medaglia d’argento al concorso 2010 La Selezione del Sindaco.MUDDICHI DE SULI
Il nome richiama richiama un sonetto del contemporaneo Salvatore di Pietro e significa “briciole, piccoli raggi di sole”.
Nerello Mascalese in purezza, per valorizzare le caratteristiche del vitigno autoctono per eccellenza sull’Etna.
Il vigneto è situato nella parte nord del vulcano ad una altitudine di 650 metri slm su terreno vulcanico ricco di minerali e di scheletro, allevato a controspalliera con una densità d’impianto di 6000 ceppi per ha.
Il vino è un bel rosso rubino trasparente con una discreta consistenza e, al naso, regala sentori di frutti rossi, marasca e di spezie.
In bocca, è morbido, fresco e il tannino è elegante ed asciutto con una buona persistenza.
Si può abbinare con arrosti di carni rosse, brasati, funghi arrosto ecc.
LA FATA GALANTI
Il nome del vino rimanda al sonetto di un autore palermitano del ‘700, Giovanni Meli.
Il Nerello Cappuccio è il vitigno che dà vita a questo vino. Tradizionalmente vinificato in uvaggio col Nerello Mascalese per arricchirlo di colore, in questa verisone monovitigno esprime tutte le sue potenzialità.
Le viti, di circa 10 anni, vengono allevati a controspalliera in impianti con una densità d’impianto di 6.000 ceppi per ha.
Morbido, con buona freschezza e discreta tannicità.
Menzione speciale al Vinitaly 2010.
U TOCCU
IGT Sicilia Rosso creato con uve Pinot Nero, vitigno di grande prestigio internazionale che qui si è ben acclimatato, un ottimo Pinot Nero dell’Etna.
L’etichetta “U tocco” si ispira al gioco con le carte simile alla morra.
Il vino si presenta rosso rubino intenso e con una buona consistenza. Al naso dona sentori di frutti rossi, di vaniglia e, sul finire, una dolce note di cacao. In bocca si presenta morbido, fresco, sapido con un tannino elegante ed asciutto.
Lo possiamo abbinare a salumi e a carni bianche, allo stoccafisso o al baccalà.
CAPPIDANAZZU PAGA TUTTO
Il vitigno scelto è il Cabernet Sauvignon, vitigno internazionale che da più di un ventennio viene coltivato in questo territorio dove si è ben ambientato.
Il vino ottenuto è rosso intenso, franco, di grande levatura e tende a migliorare nel tempo.
Si presenta di colore rosso rubino, al naso risulta fruttato e speziato con note vegetali di peperone, in bocca è morbido, fresco, leggermente tannico e abbastanza persistente.
CONCLUSIONI
Pucci Giuffrida con la consulenza dell'enologo, dott.Salvatore Rizzuto e dell'agronomo Giuseppe Puglisi sta creando sull’Etna vino di carattere e rilevanza ma anche cultura per quel senso dell’arte, della bellezza, della poesia che segna il suo lavoro. E’ riuscito in poco tempo ad affermare sul mercato i suoi vini Al-Cantàra sia per il connubio unico nel suo genere, tra uve e versi, sia per la qualità dei vini, riconosciuta anche attraverso alcuni premi di portata nazionale e internazionale.
Attorno al vino Pucci Giuffrida è riuscito a condensare, con una sorprendente dose di entusiasmo, l’opera di vari artisti: poeti, pittori e fotografi che, con le loro opere, hanno rivestito le sue bottiglie. Un lavoro davvero notevole.vedi anche
http://www.wineverse.it/blog/cantara-vino-poesia-sulle-falde-delletna/
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