domenica 2 novembre 2014

TENUTA MONTE GORNA: SULL'ETNA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

L’AMBIENTE
Il massiccio dell’Etna è un vasto territorio che dalle estreme pendici del vulcano fino alla vetta è, per gran parte, ricoperto di coltivazioni e di vegetazione spontanea. Tra le specie coltivate, la vite ha sempre avuto un ruolo di primissimo piano e la sua coltura ha avuto inizio parecchi secoli fa. Le vigne dell'Etna crescono su terreni sabbiosi di origine vulcanica, ricchi di scheletro e di minerali, su zolle che conservano il colore della lava e dove il microclima è ideale per la forte escursione termica tra notte e giorno.
Qui a Trecastagni, il vulcano domina la vallata e, ora, nel mese di ottobre, appare già innevato, un luogo bellissimo con campi vitati, circondati da boschi di castagni e di querce alternati con folte macchie di ginestre, accarezzato dall’aria di mare che proviene dalla vicina costa catanese, perché ci troviamo lungo la Strada dei Vini dove si producono i Doc Etna Bianco ed Etna Rosso.
Questo distretto viticolo cui è stata riconosciuta la prima denominazione di origine controllata nel 1968 come DOC Etna, era noto anche alle civiltà del passato, viste le origini antichissime della viticoltura della zona, come abbiamo notizia dal poeta Teocrito vissuto nel III secolo A.C.
L’interesse per quest’area della Sicilia è quanto mai attuale: non solo “A Muntagna”, come amichevolmente viene chiamato qui il vulcano dagli stessi produttori vitivinicoli, è stata inserita nel 2013 dall’Unesco tra i patrimoni mondiali dell’umanità, ma i suoi vigneti stanno riscuotendo grande attenzione da parte della critica internazionale se anche la famosa rivista statunitense “Wine Spectator” ha, di recente, dedicato la copertina di una sua edizione proprio all’Etna accompagnata dal titolo dal titolo: “Risorge la stella della Sicilia”.
Molte piccole aziende qui hanno ripreso in mano la terra e deciso di far rivivere il vigneto come ai vecchi tempi, razionalizzandolo e reimpiantandolo per produrre quelli che, da sempre, sono i vini dell’Etna, prodotti da vitigni autoctoni che nascono solo qui.
Tra le specie coltivate, la vite in questi luoghi ha sempre ricoperto un ruolo di primissimo piano. La sua coltura ha avuto inizio parecchi secoli fa, ma si è progressivamente estesa negli ultimi due, con il procedere delle imponenti opere di diboscamento.
Per fare ciò è stata necessaria l’indomita tenacia dell’”Homo Etneus”, come lo ha definito un famoso agronomo catanese, che ha saputo dissodare e valorizzare un suolo aspro e selvaggio, poco incline ad essere coltivato e testimonianza ne sono, ancora visibili in tutte le vallate, le imponenti opere di terrazzamento con i relativi muri paraterra a secco creati in tempi lontani quando l’unico aiuto ai contadini era quello dei muli da soma adibiti al trasporto delle pietre e della terra. Qui si coltivano anche Nerello Cappuccio e Cataratto come in altre parti della Sicilia ma il Mascalese ed i Carricante sono proprio solo vigne di questa zona.
LA TENUTA
La Tenuta Monte Gorna, che prende il nome da uno dei crateri spenti che circondano l’Etna nel versante sud-est del vulcano si trova a Trecastagni, nel Parco regionale dell’Etna, ad una altitudine di 760 m.s.l.m. ed è un’azienda giovane che, in collegamento e collaborazione con altre aziende vitivinicole della zona, ha intrapreso un affascinante percorso sia di innovazione, per attuare un importante salto di qualità nella produzione sia sia di riscoperta delle proprie radici attraverso la produzione di prodotti tipicamente di tradizione etnea.
Sebastiano Licciardello, il produttore, insieme alla famiglia delle tenute Monte Gorna, mi mostra innanzitutto i vigneti: quattro ettari vitati a Nerello Mascalese, il vitigno principe del vulcano; più in basso Il Carricante , altro vitigno autoctono da cui si produce l’Etna Bianco.
Mi racconta la storia della loro terra, una volta proprietà del nonno che era capo”ciurma” cioè capo delle squadre dei vendemmiatori che raccoglievano l’uva prima nei paesini vicini al mare e poi, a salire, fino a Trecastagni, dove l’uva matura più tardi e dove, in seguito, aveva acquistato una sua vigna che ora, dal 2002, tutta la sua famiglia, con una decisione collettiva ha deciso di far rivivere rimettendosi al lavoro, con l’aiuto del padre Saro, della madre santina e delle due sorelle gemelle Arianna e Stefania.
L’allevamento è a spalliera, a cordone speronato singolo con sesto. mt. 2,20 x 0,85
Il metodo di coltivazione è tradizionale, in totale assenza di fitofarmaci, da oltre dieci anni si pratica l’agricoltura biologica, regolarmente certificata.
Resa uve: 70 q.li/ha
Le vigne qui sono giovani, sono state reimpiantate nel 2003 e il primo anno di imbottigliamento è stato il 2008.
I vigneti, coltivati da oltre dieci anni con il metodo dell'agricoltura biologica, sono cinti da terrazzamenti di muri in pietra a secco che rappresentano la memoria storica di un paesaggio rurale antichissimo e il terreno, formatosi dal disfacimento della lava, è sabbioso, ricco di scheletro, di sostanze organiche e minerali. La vicinanza dei vigneti ai boschi e la forte escursione termica tra il giorno e la notte favoriscono una perfetta maturazione delle uve, dotando i vini Tenuta Monte Gorna di grande personalità e tipicità.
Il territorio etneo, mi spiega Sebastiano, con i suoi aspetti peculiari, costituisce un’area vitivinicola unica nel suo genere, la quale esula dal contesto isolano in cui è inserita.
I VINI

1)
ETNA BIANCO DOC
Premio Douja d’Or 2013
Vino di un bel colore giallo paglierino brillante, con riflessi dorati.
Ha il profumo delicato delle uve Carricante, autoctone dell’etna, con sentori di fiori di ginestra, gelsomino e frutti gialli.
In bocca risulta intenso con ottima freschezza e bellissima mineralità, armonico ed equilibrato.
Gradazione alcolica 13%.
I bianchi dell’Etna si distinguono dai bianchi di Sicilia per la diversa piattaforma ampelografica della zona.
Il terreno è di origine vulcanico, sabbioso, ricco di scheletro e sostanze organiche.
Il clima è temperato medio con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
I Vitigni sono: Carricante 60% e Catarratto 40%.
Prodotto di agricoltura tradizionale e biologica, in assenza di fitofarmaci, regolarmente certificata.
Le uve bianche selezionate, dopo la pigiatura vengono criomacerate per 24 ore, per poi subire una soffice pressatura. Il mosto ottenuto dopo un periodo di 48 ore di decantazione statica, viene fatto fermentare in vasche d’acciaio per circa un mese a temperatura controllata.
La maturazione avviene in vasche d’acciaio per 3 mesi su fecce fini. E l’affinamento in bottiglia per 3/4 mesi.
Abbinamenti
Ottimo con primi dal sapore delicato e piatti a base di pesce e crostacei.

2)
ETNA ROSSO DOC IN ACCIAIO
Premio Douja d’Or 2013
Bel colore rosso rubino intenso.
Profumo dai sentori di piccoli frutti a bacca rossa, di sottobosco e di marasca.
Gusto pieno, caldo, delicatamente tannico, armonico e gradevole.
Gradazione alcolica 12,5%.
Nerello Mascalese 80% e Nerello Cappuccio 20%.
Prodotto di agricoltura tradizionale e biologica, in assenza di fitofarmaci, regolarmente certificata.
Vinificazione termo controllata, con macerazione pre-fermentativa con vinacce.
Maturazione in vasche d’acciaio per 8 mesi.
Affinamento in acciaio per 6 mesi e non meno di 12 in bottiglia.
Abbinamenti
Ottimo a tutto pasto, con carni rosse, salumi e formaggi.
3)
ROSSO ETNA DOC BARRIQUE
Colore rosso rubino intenso.
Profumo con sentori di frutta di piccoli frutti rossi, frutti di bosco e vaniglia.
Sapore pieno, caldo, delicatamente tannico, armonico e gradevole.
Gradazione alcolica 13%.
Vitigni Nerello Mascalese 80% e Nerello Cappuccio 20%.
Prodotto di agricoltura tradizionale e biologica, in assenza di fitofarmaci, regolarmente certificata.
Vinificazione termo controllata, con macerazione pre-fermentativa con vinacce.
Maturazione in vasche d’acciaio per 3 mesi.
Affinamento in barrique di terzo o quarto passaggio per 3 mesi e non meno di 12 in bottiglia.
Abbinamenti
Vino a tutto pasto, con carni rosse, salumi e formaggi, cacciagione, formaggi erborinati e stagionati.
In conclusione pare proprio che i produttori dell’Etna abbiano fatto tesoro dell’incitamento di carlo Petrini fondatore dello Slow Food:
“Il miglior marketing è l’orgoglio che si deve avere per il nostro territorio in quanto è l’elemento che ci dà gli argomenti per andare a raccontare l’Italia nel mondo. Torniamo all’essenza. Non si deve vendere il vino in virtù della sua perfezione stilistica, si deve vendere il vino in virtù della sua storia e della storia di questo Paese”.














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