mercoledì 7 marzo 2012

LA riscoperta del vitigno autoctono Timorasso


Il Timorasso è un vitigno autoctono delle Colline Tortonesi e viene coltivato nelle valli Curone, Grue ed Ossona ed in val Borbera accomunate dalla conformazione del terreno argilloso e da una buona esposizione.
Le prime notizie sono molto antiche e sembrano potersi collegare a Leonardo da Vinci che omaggiò Isabella di Aragona , in occasione delle sue nozze, con un antico e famoso formaggio ,il Montebore,accompagnato da un vino bianco con cui veniva solitamente abbinato nei banchetti del tempo, il Timuras.

Parte del patrimonio ampelografico di Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna e denominato in vari modi , come Timoraccio, Timorosso, Timuassa, Timorazza, Morasso,questo antico vitigno era originario della zona tra Novi Ligure e Tortona e, nel Bollettino Ampelografico del 1885 era segnalato nel Tortonese , insieme al vitigno Cortese , tra le uve bianche più coltivate della zona.
Abbandonato a causa della filossera, fu riscoperto da alcuni produttori che, guidati da Walter Massa, investirono sulla potenzialità di questo vitigno e crearono un grande bianco, oggi D.O.C. Colli Tortonesi Timorasso.
Il VITIGNO

Il germoglio è di color bianco, leggermente rosato e cotonoso con foglioline apicali piegate a coppa, bianco verdastre con sfumature ramate.
Il tralcio erbaceo è particolarmente eretto e di sviluppo rapido con viticci molto sviluppati e robusti; di color verde a sfumature rosse.
La foglia adulta è grande ,tri o penta lobata, di color verde chiaro.

Il grappolo a maturità è di media grandezza o medio-grande, a forma piramidale con due o tre ali, mediamente compatto o compatto, con peduncolo medio-corto, robusto, verde, semilegnoso.

L’acino è grande, generalmente sferoidale ma spesso deformato per la compattezza del grappolo: la buccia è spessa , molto pruinosa e di colore giallo; la polpa mediamente consistente, di sapore neutro.

L’uva è facilmente riconoscibile perché perché, nello stesso grappolo, si trovano acini grossi ed acini piccoli e va incontro ad un buon numero di aborti floreali spontanei, con conseguente incidenza del tenore zuccherino, abbastanza elevato.
La buccia è molto spessa e pruinosa,consistente e di colore verde-giallastro, la polpa densa e succosa.
GERMOGLIAMENTO E MATURAZIONE

Il timorasso ha un germogliamento ed una fioritura precoci,ma un periodo di invaiatura tardivo,dopo la metà di agosto ed anche tardiva è la maturazione, a fine settembre.
La produzione è circa 5 kg /ceppo, con un peso medio dei grappoli di 250 ceppi.
Il vitigno richiede terreni argillosi chiari, buone esposizioni, buone ventilazioni, diradamenti in luglio, agosto e settembre.
Scarsamente adattabile in ambienti pedoclimatici diversi dall’abituale.


LA RISCOPERTA

Verso la meta’ degli anni 80 il vitigno del Timorasso fu riscoperto da alcuni produttori che capirono che aveva delle grandi potenzialità e decisero di investirvi tempo, sperimentazione e denaro.
Guidati e stimolati da Walter Massa, oggi i produttori di Timorasso sono una ventina, con una superficie vitata di 40 ettari circa; la produzione limitata colloca il vino nella categoria dei vini di nicchia,considerato oggi uno degli autoctoni più significativi d’Italia.
Anno dopo anno,, dal 1990 al 2010, si può dire che Walter Massa abbia sempre cercato di migliorare il “suo “ Timorasso, tanto da esserne definito il papà.
Nel 1990 ne era riconosciuto il potenziale, fra note dolci e ossidative, nel 92 era stato definito “trebbianesco”, nel 95 di “maggior profondità gustativa” con note di anice stellato ed idrocarburi, nel 97 caldo e generoso,nel 98 leggermente evoluto , con note classiche e idrocarburiche e aromi più dolci di miele e liquerizia.
Ma è da 2000 che il Timorasso raggiunge la sua maturità:
agrumi ed anice stellato, timo, rosmarino e liquerizia, con un buon equilibrio ed una alcolicità tenuta a bada, succoso e convincente in una degustazione del 2005:
lattico, mielato e dolce, con profonda mineralità, elegante e sapido , nel 2006.
Ormai Walter Massa sa gestire le calde vendemmie che si succedono sulle Colline Tortonesi e , dopo varie sperimentazioni, in Friuli è venuto anche a conoscenza di un nuovo tipo di vinificazione , con macerazione sulle fecce fini,migliorativa in profondità e finezza di estrazione.Ha, poi, imparato e diffuso la microfiltrazione, pratica per ottenere vini puliti e stabili.
Oltre a Walter Massa di Monleale , le aziende produttrici della zona sono:
Azienda agricola Mutti Dino- Claudio Mariotto- La Colombera- Carlo Daniele Ricci- Maurizio Bruno- Boveri Luigi- Clemente Mogni- i F.lli Mandibola- Enio Ferretti- Enzo Canegallo- Roberto Semino- Stefano Daffonchio- L'azienda Morgassi Superiore di Gavi- la Cooperativa Valle Nostra- L'azienda Valli Unite Coop- L'azienda Cascina degli Ulivi- Cascina Montagnola.



IL VINO
Le caratteristiche principali del vino :

all’esame visivo si mostra colore giallo paglierino più o meno intenso che, con l'evoluzione ,vira sul dorato,
all’olfattivo, manifesta profumi complessi che, nei primi anni di affinamento in bottiglia, ricordano i fiori di acacia e biancospino, pera e foglie di pomodoro, si avvertono leggermente note di miele così come quelle minerali, ma è dopo 4-5 anni di affinamento che si evidenziano le potenzialità con un'evoluzione manifestate in note di pera matura, miele di fiori di campo molto percettibile, così come molto percettibili emergono le note minerali e di idrocarburi, che sono le caratteristiche di questo vitigno.

In bocca di sapore è asciutto, caldo e morbido, la notevole struttura sostiene l'alcolicità, e la decisa acidità rimane nel dar freschezza a questo vino anche dopo molti anni.

Il Timorasso che migliora con un lungo affinamento in bottiglia può offrire una vasta gamma di abbinamenti, e a seconda dello stadio
evolutivo può essere sia un valido aperitivo,sia un ottimo compagno con antipasti come i peperoni ripieni con tonno e capperi,la carne cruda e alcuni salumi poco stagionati.
È ottimo con molti primi piatti, con carni bianche soprattutto se tra gli ingredienti sono presenti erbe aromatiche,con il pesce cotto in vari modi, con formaggi caprini freschi e naturalmente il Montebore, formaggio storico della zona. Stupendo con il tartufo bianco delle valli, semplicemente grattato sui tajerin al burro.
Da giovane si serve ad una temperatura di 10-12°, mentre per bottiglie con 4/5 anni d'invecchiamento e oltre, 12-14°.

2 commenti:

  1. anche Cascina Carpini di PozzolGroppo produce Timorasso, ed anche molto buono tra l'altro, ma non viene menzionata

    RispondiElimina